Regionali. Dopo l'Umbria, "congelato" il patto civico Pd-M5S in Calabria. Si "rafforza" Oliverio

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images Regionali. Dopo l'Umbria, "congelato" il patto civico Pd-M5S in Calabria. Si "rafforza" Oliverio
Speranza, Zingaretti, Bianconi, Di Maio e Conte
  28 ottobre 2019 10:50

Una valanga. Dopo mezzo secolo, l'Umbria è stata espugnata dal centrodestra. Un'altra roccaforte rossa cade sotto l'avanzata del centrodestra a fortissima trazione salviniana. Donatella Tesei stacca l'avversario Vincenzo Bianconi di 20 punti percentuali. Nei voti di lista la Lega viaggia intorno al 37%, Fratelli d'Italia al 10,4% e Forza Italia al 5,5%. Dall'altra parte, il Pd non supera il 22,3%, mentre crolla il Movimento 5S al 7,4%. Si parte dagli sconfitti. Per i Cinque Stelle è in effetti una vera e propria disfatta. Il primo esperimento del patto civico con il Pd è un disastro e così vegono subito "congelati" gli accordi territoriali già discussi fra le due principali forze del governo giallorosso. In primis in Calabria, che sarà il prossimo appuntamento elettorale (prima o insieme all'Emilia Romagna). A confermarlo è un post pentastellato che recita così: "Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato.Il Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti". Se ne rallegrano i grillini calabresi che hanno sempre osteggiato l'accordo con gli "odiati" rivali dem (vedi Nesci), e ride pure Mario Oliverio. Dal fronte Pd, solo il segretario Zingaretti prova a difendere lo schema ma senza troppa convinzione. Per il governatore  calabrese si è avverato lo scenario ideale. Il paradigma che doveva "andare oltre" la sua candidatura è abortito sul più bello. Forse non avrà comunque l'appoggio (e il simbolo) del Pd romano, ma indubbiamente dalla disfatta del centrosinistra in Umbria ne esce rafforzato lui. Di fronte al pericolo di altri disastri non è escluso che il partito nazionale possa optare per il "disimpegno", lasciando implicitamente campo libero ad Oliverio. Nel frattempo quest'ultimo proprio in queste ore dovrebbe giocarsi la carta dell'indizione delle elezioni.

Quella in Umbria è comunque una vittoria di Matteo Salvini che dopo l'appannamento estivo che lo ha lasciato in spiaggia buttandolo fuori dal governo è tornato sul suo terreno ideale: a cacciare i voti sui social, in tv e sui territori. La scia verde ha trascinato la coalizione del centrodestra dove supera la doppia cifra FdI, mentre si conferma sui valori nazionali (5,5%) Forza Italia. In questo momento La Lega vale sette volte il partito di Berlusconi. Di questa base negoziale squilibrata ne risentirà Mario Occhiuto, chiuso nell'angolo dal veto di Matteo Salvini in persona. La vittoria renderà più semplice individuare un candidato di mediazione e di superamento. A questo punto avrà tutti i favori del pronostico. (g.r.) 

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