Dal tenore delle uscite di Mario Occhiuto, la campagna elettorale saelettoralerà "infuocata". Per il centrodestra riunito attorno alla Santelli potrebbero nascere dei problemi
20 dicembre 2019 22:40di GABRIELE RUBINO
Ad una settimana dalla scadenza dei termini per la presentazione delle liste, il centrodestra ha partorito il suo candidato-governatore. Jole Santelli è il compromesso “politico” ad una situazione che si era parecchio ingarbugliata. Dopo l’ostinato veto della Lega che ha bruciato Mario Occhiuto, la scelta della deputata forzista rientra nella logica delle regole del gioco. Non va bene Mario? Se comunque la golden share sulla Calabria è rimasta a Forza Italia, il partito in regione non poteva che essere rappresentato dalla coordinatrice azzurra. E si è arrivati alla Santelli. Jole ha beneficiato di amicizie altolocate, come quella di Francesca Pascale (compagna di vita di Silvio Berlusconi), oltre che della relativa compattezza dei dirigenti locali che hanno preferito sbarrare la strada ad altre opzioni "spurie".
Rimane pur sempre un compromesso. Ad incoronare la Santelli non è mai arrivata una nota congiunta dei tre alleati più forti della coalizione. All’indicazione di Forza Italia (lo stesso Berlusconi ha detto di aver “ripiegato”, seppure “su un’ottima candidata” ), senza troppo entusiasmo aveva aderito nella serata di ieri la Lega. A metà giornata di oggi è arrivata la conferma di Fratelli d’Italia, rivendicando dal canto suo i nomi di Puglia (Fitto) e Marche (Acquaroli). Anche la scelta del timing dell’uscita forzista non è stata da luci della ribalta, quasi tutte ovviamente puntate sulla mega-inchiesta “Scott-Rinascita”. Pur di chiudere la partita tirata troppo per le lunghe e pur di preservare il principio nazionale “il centrodestra unito vince”, il volere dei "locali" è stato alla fine cresimato da Roma e Milano.
Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia (e Udc) andranno pure assieme, ma non ha comunque funzionato il compromesso interno. Sulla carta piazzare Santelli poteva essere l’unico punto di caduta per far digerire a Mario Occhiuto l’essere stato bocciato dai leghisti. Invece, il sodalizio cosentino, che sembrava inscalfibile fino a qualche settimana fa, si è frantumato. Occhiuto correrà lo stesso da solo (LEGGI QUI). Per la seconda volta ha parlato pubblicamente di “tradimento” riferendosi a Jole. Questo lascia pensare che non sarà una campagna elettorale dai toni soft. Insomma, se per la il centrodestra ci si aspettava una "passeggiata", il fuoco intimo potrebbe creare qualche grattacapo. La delusione brucia molto di più se arriva da amici appena separati e il sentimento di "vendetta" vale tanto, nella vita come nella politica. In un modo o nell'altro sembra che sarà la campagna elettorale dei due Mario "civici". Occhiuto e Oliverio faranno il controcanto ai loro schieramenti d'origine. Uno a Santelli e l'altro a Callipo (sostenuto dal Pd). E pur non vincendo, magari i due Mario saranno contenti della disfatta degli ex alleati.
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