Regionali. Il tempo stringe, ma il nome del centrodestra e i programmi dei partiti non ci sono

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Regionali. Il tempo stringe, ma il nome del centrodestra e i programmi dei partiti non ci sono

  14 dicembre 2019 23:10

di GABRIELE RUBINO

Il tempo stringe. A meno di due settimane dalla presentazione delle liste che si fronteggeranno alle prossime elezioni del 26 gennaio, i nodi più importanti non sono stati sciolti. Manca ancora il nome del candidato governatore potenzialmente favorito alla vittoria finale, quello del centrodestra. In Calabria, giovedì è passato Matteo Salvini mentre sabato è stata la volta di Giorgia Meloni, ma nessuno dei due ha avuto al fianco il presidente “prescelto”. Questo perché la golden share spetta a Forza Italia che, attraversata da spaccature interne su scala parlamentare, non ha ancora chiuso il cerchio.

Banner

Il nome uscito nel vertice milanese di una settimana fa era quello di Jole Santelli. Cozza con la logica il fatto che nulla sia stato ufficializzato fino ad ora, lasciando agli avversari il vantaggio di cominciare la campagna elettorale in anticipo. Qualcosa non torna. Un’ipotesi viaggia sul filo conduttore di una silente trattativa per recuperare il rapporto con i fratelli Occhiuto che da apparentemente indissolubile si è frantumanto nel giro di poche ore. Per evitare la diaspora (non solo calabrese, a quel punto) si starebbe trattando sul giusto compromesso da riconoscere al primo cittadino di Cosenza o direttamente al congiunto. Un fatto che sarebbe confermato dall’abbassamento dei toni da campagna elettorale solitaria dell’attuale sindaco di Cosenza. L’altra strada viaggia più in alto. L’accordo non è stato annunciato perché non solo non c’è la quadra sulla Calabria ma anche sugli altri “profili” per le altre elezioni amministrative e regionali. Un tappo che bloccherebbe tutto, confinando la scelta della Calabria ad una partita assai residuale. Resta l’imbarazzo per un ritardo fuori misura. Nelle due settimane che mancano tutto si potrà dire meno che la coalizione si sia coagulata attorno ad un programma rigoroso e credibile per il futuro della regione.

Banner

Programma che latita, puntando qusi tutto sull’immagine, anche nell’avversario principale del centrodestra. Pippo Callipo ha dovuto digerire la promozione della piattaforma Rousseau del prof Francesco Aiello e quindi l’automatica stroncatura dell’idea della convergenza del Movimento Cinque Stelle. Inoltre, la direzione nazionale del Pd non è stata risolutiva. Nel senso che Mario Oliverio avrebbe ribadito la necessità del passo indietro comune (anche di Callipo) in favore di un giovane, senza capitolare all’intransigenza di Zingaretti (e Franceschini). Il governatore uscente ha comunque un peso elettorale che non vuole disperdere. I voti fanno gola a tutti. 

Banner

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner