di GABRIELE RUBINO
Ultimo giorno di campagna elettorale. Da domani scatta il divieto di propaganda elettorale in vista del voto di domenica 26 gennaio. In rigoroso ordine alfabetico, di seguito il resoconto della chiusura dei quattro candidati alla Presidenza.
Francesco Aiello, candidato dell’alleanza civica del Movimento 5 Stelle alla presidenza della Regione Calabria, ha concluso la campagna elettorale in piazza Kennedy a Cosenza. «Abbiamo girato la regione – ha detto – dal Pollino allo Stretto. L’abbiamo attraversata dal Tirreno allo Ionio, sentendone i profumi, il calore, le diversità, il grido di aiuto individuale e collettivo. Abbiamo ricevuto richieste, istanze, raccomandazioni e incoraggiamenti da tutti; perfino da laureati che vivono all’estero, i quali mi hanno dedicato un video bellissimo, con parole scolpite nel mio cuore: “Basta con l’ignoranza, il familismo, gli affari, le porcherie, il furto del futuro”». «La Calabria si svuota. Lo sanno bene – ha proseguito Aiello – i politici di mestiere e i dirigenti “quattro stagioni”, che hanno depositi bancari per le prossime generazioni. Centrodestra e centrosinistra si sono appropriati del nostro vocabolario. Usano sfacciatamente il termine “legalità”, parlano di “riduzione del divario tra Nord e Sud”, assicurano di voler “frenare l’emigrazione” ed esprimono senza vergogna “solidarietà a Nicola Gratteri”. Ma dove sono stati e che cosa hanno fatto?» «Noi – ha aggiunto Aiello – siamo stati sul territorio. Abbiamo ridotto le diseguaglianze con il Reddito di cittadinanza, abbiamo aumentato le pensioni, abbiamo investito sul porto di Gioia Tauro. Abbiamo portato soldi per la sicurezza delle scuole, delle strade e dei ponti, per contrastare il dissesto idrogeologico e favorire l’assunzione dei giovani. Abbiamo presentato circa 1000 denunce all’autorità giudiziaria, intervenendo su gestioni amministrative imbarazzanti, viziose o addirittura marce. Abbiamo proposto leggi per restituire alla sanità calabrese i 2miliardi e 600milioni che il Nord della Lega ci ha sottratto negli ultimi 20 anni». «Noi – ha sottolineato il candidato – siamo contro le raccomandazioni, la mediocrità, la corruzione, il voto di scambio, gli eroi virtuali. Noi siamo per la meritocrazia. Non è più accettabile tacere davanti alle fughe di nuovi laureati, dei nostri talenti. Vogliamo ridare speranza e fiducia a chi è rimasto in Calabria e a chi ha lasciato affetti e sogni a casa propria. Giorgio Gaber cantava che “libertà è partecipazione”. Allora – ha concluso Aiello – seppelliamo il sospetto, lo sconforto, la paura. Domenica 26 gennaio andiamo a votare. Dobbiamo essere liberi di cambiare».
Pippo Callipo, accompagnato dal segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, ha chiuso la campagna a Reggio Calabria. Prima ha ripercorso la discesa in campo. "I calabresi devono ringraziare tre figure. Quel ragazzo, Riccardo, che con quella domanda mi ha smosso la coscienza per scendere in campo. Poi Nino De Masi che mi ha leggermente spinto per fare questo passo e poi l’onorevole Graziano che mi ha dato il colpo. Non è stato facile scendere in campo. Non sono riuscito a girarmi dall’altro lato. Vedevo una Calabria con tutti i problemi dalla sanità e alle infrastrutture. Ma soprattutto per lo stile di vita. Ed ho pensato forse non è giusto girarmi dall’altra parte”. “Io lascio tutto - parlando dell'ipotesi di vittoria- perché per occuparsi di una Regione che ha tutte queste problematiche gravi. Devo prendermi sulle spalle questi problemi: devo lasciare tutto. Dovremo portarci il lettino alla Regione Calabria. Non ci sarà possibilità di riposo, di taglio di nastri. Io parlo di rivoluzione". "Io chiedo ai giovani - ha continuato- una presa di posizione, un intervento in questa società. È una cosa devastante quando i giovani se ne vanno per una famiglia". "Ho lottato contro la mafia con la penna e la mafia con la pistola. Ho avuto sempre dalla mia parte la legalità. Nel centrodestra ci sono tante persone a cui ho detto personalmente "no". Persone che volevano un'assicurazione per le poltrone o per i posti. Io non ho promesso nessuna poltrona. Prima vinciamo poi ne parleremo degli assessorati. Gli assessori - ha continuato- dovranno essere competenti per i settori che dovranno seguire. Dovranno essere persone a mia immagine e somiglianza: votate alla legalità e al rispetto delle regole e al servizio dei cittadini calabresi. Basta con i piagnistei. All'elenco dei problemi dovete aggiungermi le soluzioni. La prima cosa sarà riordinare la casa: la parte amministrativa. Non vado lì a gustarmi il panorama". Una battuta anche su Salvini: "Questo pazzo, io lo metterei in una caldaia per il tonno". "C'è un pazzo che non viene da su, un visionario che ha un sogno che vuole portare la Calabria alla normalità che è il sottoscritto".
Jole Santelli ha chiuso invece a Reggio Calabria, assieme a Giorgio Mulè. "Faremo in modo che la Calabria diventi una terra di diritti e non di privilegi e soprusi". "Da lunedì prossimo inizieremo a cambiare la Calabria ad iniziare dalla Regione. La Calabria che costruiremo insieme, a partire da lunedì prossimo, è una Calabria rock. Una Calabria delle eccellenze. Abbiamo però bisogno di spiegare le ali per volare: abbiamo le teste per farlo e lavorando tutti insieme ce la faremo. Alla politica chiedo di liberare la Calabria perché ne abbiano la capacità e noi, se vinceremo lo faremo a mani libere. La più grande soddisfazione è che sono Jole per tutti. Ero Jole ieri e se sarò Presidente sarò Jole anche domani".
Carlo Tansi, da Lamezia Terme, si è parecchio concentrato sulla burocrazia regionale. Ha espresso l'intenzione di ridurre il numero dei dipartimenti dell'ente regionale. Dopodiché cambiare il grigiore del "palazzaccio" con "l'arancione". L'idea del candidato civico è quella di mettere a disposizione della Regione di giovani menti capaci al posto di gente "con la terza media che fa il dirigente". La Regione Calabria deve "essere informatizzata. Deve diventare 4.0, altrimenti le carte si perdono. Quello che vogliono gli imbroglioni".
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