Regionali. La prima "uscita" ufficiale di Callipo: "La rivoluzione è possibile se siamo uniti"

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  06 dicembre 2019 19:49

Pippo Callipo alla prima uscita da candidato governato. A Lamezia è stato organizzato il primo incontro politico alla presenza del segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, già con l'imprenditore stamattina a Maierato. Callipo ha detto nella prima vera uscita pubblica di queste elezioni: "Ringrazio Zingaretti per questo segnale che ha dato. Abbiamo tutte le capacità, tutte le esperienze, i giovani per risalire la china. Il segnale (riferito a Zingaretti) dal centro è importante. Io sono qui per fare la rivoluzione che tutti vogliamo. Noi dobbiamo fare questa inversione di marcia. La mia storia è alla portata di tutti. Ho vissuto fra la gente e in azienda. La mia vita è conosciuta. Se mi impegno in questa cosa - ha detto Callipo- ho bisogno dell’impegno di voi tutti. Ho bisogno dei calabresi. La prima istanza è stata fatta ai sindacati. Siamo sulla stessa barca: imprenditori, operai. Basta piagnistei. È una rivoluzione possibile e se siamo uniti la possiamo realizzare veramente".

"Tutti i calabresi - ha detto ancora Callipo - dovranno godere di eguali diritti. Quello dei giovani è un problema primario: dobbiamo pensare a come creare delle opportunità. Abbiamo intelligenze per risolvere i problemi, basta ai commissariamenti. La meritocrazia è uno dei canoni fondamentali nella scelta delle persone. Nella mia agenda non c'è stata mai assunzione per raccomandazione. Solo così anche l'azienda Calabria potrà andare avanti. La Regione deve essere la casa dei calabresi e non qualcosa contro. E' ora di finirla con i bandi che escono cinque giorni prima per agevolare le domande già pronte. La Regione deve essere 'amica'. Il mio primo punto sarà una squadra di persone competenti e che si vogliono sacrificare per gestire la cosa pubblica. Non tratterrò deleghe per gestire qualcosa a livello personale. Chi conosce le materie gestirà i settori affidati".

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Dopo ha preso la parola Nicola Zingaretti. "Voglio dire solo alcune cose. Statene certi, da qui al 26 gennaio, ci vedremo molto spesso. Ci sarò perché è evidente che in Calabria sta succedendo qualcosa ed è bellissimo. Ringrazio tutto il gruppo calabrese, che non contro qualcuno, ma per qualcosa ha accettato una sfida bellissima. Sono qui con grandissima umiltà, dopo aver ascoltato gli interventi prima di me, sapendo che quello che ora noi dobbiamo fare per vincere sono due cose semplici: la prima è guardare negli occhi le persone e la seconda è combattere. Serve vento che spinga le vele. Per vincere dovremo combattere. Ma attenzione! Combattere è una cosa bella in democrazia. Nessuno pensi che se il tempo non è quello ideale per tenere tese le vele, sia quindi tempo di ammainarle. Le vele vanno alzate e bisogna combattere per vincere". "Noi possiamo vincere- ha proseguito il segretario dem-, come dicevo, guardando negli occhi le persone. Perché è inutile girare intorno al problema, il punto è questo. Gli italiani hanno paura, il calabrese ha paura. Hanno paura perché c’è un enorme problema di lavoro, c’è un grande problema di crescita e sviluppo. Ci sono enormi problemi dopo gli studi per la percezione del futuro. Hanno paura i giovani a fare famiglia e sposarsi. Hanno paura gli imprenditori, che vedono i guadagni barcollanti, che temono la minaccia della malavita, della ndrangheta, delle mafie. E noi non dobbiamo avere la puzza sotto il naso, ma dobbiamo avere il coraggio di guardare in faccia questa paura. Perché noi sappiamo che oggi queste paure sono intercettate da altre forze politiche, demagogiche, che vogliono usarle queste paure. Se c’è qualcosa di terribile nella cultura dei populisti, è quella di voler sfruttare le paure delle persone. E noi sappiamo che la differenza sta proprio qua. C’è chi arriverà dal nord per prendere voti, esaltando i problemi che provocano le paure. C’è chi racconta i problemi che generano paure. Noi siamo quelli che vogliono risolvere i problemi che creano le paure. Per essere vicini alle persone sole e in difficoltà, ma non per usarle".

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Zingaretti ha proseguito: "La nostra è una terra ricchissima di figli che rende spesso l’idea del successo, anche all’estero, ma che ora deve trovare qui un successo. Quella proposta politica che tenterà di carpire le paure, non solo è sbagliata, ma non rappresenta neanche una soluzione. Perché non è fondata sul progetto di sviluppo, ma è fondata su una parola usata per raccogliere voti, ma non per risolvere problemi: l’odio. L’odio però non crea lavoro, non crea libertà. L’odio è a favore di chi vuole avere potere sui deboli. E’ contrario alla democrazia e alle opportunità di crescere e di cambiare. Ecco perché io con tutto il cuore dico un immenso grazie a Pippo Callipo, che ci aiuta a ricostruire la speranza che i problemi si possono risolvere. L’ho detto oggi anche agli operai. L’Italia del dopoguerra era molto più povera di oggi, c’erano le macerie vere. Eppure in quel frangente c’era una generazione che costruiva, convinta che il giorno dopo sarebbe stato migliore. C’era la speranza. Una generazione, nonostante tutto, in quel tempo aveva la forza di combattere e di farcela. C’era una generazione che non voleva e non cercava l’odio. Non bastano le pacche sulle spalle. Ci vuole un progetto di ricostruzione, di rilancio dell’economia. Ci vogliono donne e uomini che danno forza, senso e credibilità alla speranza. Pippo Callipo è una di queste persone. Non è vero che si è destinati ad andarsene perché non c’è la possibilità di lavorare. Noi vogliamo avere l’ambizione di crescere e sviluppare qui un’economia che produca benessere e ricchezza nella libertà e nella legalità assoluta. Ecco perché dobbiamo combattere: perché si può fare. Il percorso del Pd è stato un percorso difficile. Io sono di Roma e lo dico con franchezza: avrei potuto far finta di nulla. Sarebbe stato più facile. Ma invece abbiamo fatto insieme la scelta, forse più difficile, ma più giusta, di non far morire la speranza. Non sono in gioco i destini di una persona, ma di una comunità. Questo è il messaggio che dobbiamo lanciare. Dobbiamo usare parole di unità. Usare la parola unità. Bisogna unire le persone. Bisogna ritrovare anche la parola “amore”. Non bisogna aver paura di usarla. Il partito userà questo slogan “Con Callipo per amore della Calabria”. Perché solo con Pippo Callipo questa Calabria può farcela a mettersi in piedi. I prossimi anni saranno difficili per l’Italia e ci sarà un ring nel quale si combatterà. Una competizione internazionale con la Cina, in Europa. Si compete non con odio, ma per la qualità. Callipo è un esempio italiano di competitività e di qualità. Ha saputo competere. Anche così’ sarà per la Calabria. Lavoro, imprese, turismo, infrastrutture. C’è una competizione e ci sono competizioni con regioni straniere ed italiane: per i prodotti, per il turismo, per le imprese. Dite ai calabresi: noi dobbiamo avere Callipo presidente perché sul ring è meglio avere un pezzo da novanta come Pippo Callipo, che ha saputo competere. Callipo non l’ha candidato nessuno, a differenza degli altri partiti che decideranno a Roma cosa fare. Callipo è un uomo libero che ha scelto liberamente di scendere in campo e da libero risponderà solo ai bisogni della sua comunità: è la Calabria per la Calabria".

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