Di Maio ha incontrato, a Roma, gli eletti dell'Emilia e della Calabria. Nell'incontro dovrebbe aver comunicato quanto già detto ieri, ossia che il patto civico con il Pd "non ha funzionato" e quindi che non potrà essere replicato nei prossimi appuntamenti elettorali. La galassia Cinque Stelle è comunque in ebollizione. Nicola Morra sul suo profilo facebook ha scritto un lungo post dedicato alla Calabria.
Nell'ultima parte scrive: "Io sono ancora disponibile a dedicare i mesi che seguiranno a lavorare, intraprendendo un percorso di cinque anni, per trovarci finalmente pronti al prossimo appuntamento. La democrazia che sempre difenderò permette di farlo. Non lo permette se si entra al novantesimo minuto: non intendo illudere me stesso e gli spettatori di poter cambiare una partita in cui non ho collaborato alla formazione della squadra, alla tattica, all’individuazione degli obiettivi, agli allenamenti settimanali, alla creazione del necessario spirito di squadra negli spogliatoi e fuori dal campo". Parole interpretabili in diversi modi, uno dei quali lascia intendere anche una discesa in campo in prima persona, o al minimo un forte impegno nelle prossime Regionali.
Ad ogni modo il pensiero di Morra è piuttosto critico nei confronti delle ultime mosse Cinque Stelle: "Non si può cedere a dubbie contaminazioni: il m5s deve essere aggregante, ma a determinate condizioni: per garantire agli elettori che certe aperture locali non finiscano poi come si sospettava. Lo dico con rammarico. Siamo in estremo ritardo, nonostante da primavera 2018 solleciti il M5S a costruire e sviluppare un percorso finalizzato alla costruzione di un programma e di una lista degni del nostro DNA. Un percorso avviato e che, non so per quali motivi, è stato interrotto. Una costruzione - prosegue Morra- dapprima non adeguatamente sostenuta, poi dimenticata (da chi doveva sostenerla, proporne varianti o prenderla a modello) per la politica regionale: quella vicina alle persone ben più di quella nazionale".
Morra continua nel suo pensiero: "Se dobbiamo correre, ancora una volta, per testimoniare la nostra esistenza, io non ci sto. Andava bene prima, ma oggi siamo al governo del Paese, (siamo cresciuti e) abbiamo il dovere di offrire di più, di proporre una squadra di governo della regione. O noi siamo in grado di esprimere una radicale capacità di opposizione ai governi locali e all’andazzo dominante, o non arriveremo da nessuna parte. La politica non è prerogativa esclusiva, né ostaggio, dei partiti. Noi stessi possiamo creare, anticipare un nuovo mondo possibile con la nostra opera quotidiana". Questo passaggio potrebbe voler dire che dai vertici romani è stata data una sorta di indicazione di "disimpegno" per le prossime elezioni in Calabria, su cui Morra evidentemente non è molto d'accordo.
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