Dalila Nesci esce allo scoperto ed annuncia la disponibilità a candidarsi. «Io mi ero resa disponibile ancora prima della caduta del governo: lo dissi a Di Maio, gli dissi che sono disposta a dimettermi da parlamentare e candidarmi». A quanto pare però non all’interno dello schema del “patto civico” inaugurato in Umbria dai maggiori azionisti del governo giallorosso e avallato dal capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio. «Quello dell'Umbria secondo me non è un modello replicabile in Calabria. Anche alle europee – dice Nesci - ci siamo confermati primo partito, abbiamo mantenuto alta la bandiera del M5s per la serietà con cui abbiamo condotto le battaglie: l'idea di lasciare la responsabilità di aggregare forze ad un esponente del civismo sarebbe sbagliata. E' il M5s che si deve fare garante di un'aggregazione civica tanto più ora che pare possibile che Oliverio indica le elezioni per dicembre».
Nesci è già alla seconda legislatura ma ricorda che la questione di come far continuare a crescere il Movimento è un nodo da risolvere che esiste da tempo: «E' arrivato il momento di scegliere cosa vogliamo fare da grandi, non possiamo più tergiversare. Quello che so è che siamo un Movimento 2.0 che ha deciso di prendersi la responsabilità di governo: credevo nella svolta governista e ci credo ancora, tant'e che ho sostenuto e sostengo la nascita di questo nuovo esecutivo».
La deputata rimasta scottata dalla mancata nomina come sottosegretario al ministero della Salute prosegue: «Se siamo il primo partito, vuol dire che la popolazione ha la nostra fiducia. Dobbiamo avere il coraggio di proporci per governare anche una regione così disastrata come la Calabria». Nesci ricorda inoltre che «su Rousseau abbiamo votato di valutare l'apertura alle liste civiche: ma dobbiamo farlo facendoci noi garanti, non delegando ad altri. Tanto più che siamo i primi a sapere che esistono liste civetta che nascondo interessi di partiti e che la criminalità organizzata è capace di infiltrarsi ovunque».
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