"Caro Nicola sono d’accordo con l’analisi che hai voluto condividere pubblicamente: lucida, veritiera, amara. ma non concordo con le deduzioni politiche che ne trai. Non avremmo appigli e possibilità alcuna da offrire ai Calabresi, se non fosse esistita la mia proposta di candidatura alla Presidenza per le ormai vicinissime elezioni regionali in Calabria". Proposta di candidatura che ho fatto a Di Maio (a giugno 2019) e dopo pubblicamente come soluzione politica trovandoci -purtroppo- a mio avviso in ritardo rispetto all’organizzazione e pianificazione di un’impegnativa campagna elettorale". Nicola è Morra, senatore del Movimento Cinque Stelle. A scrivere, in un post su Facebook, è il deputato Dalila Nesci in risposta al presidente della commissione antimafia che ieri aveva cripticamente lanciato l'intenzione di candidarsi (LEGGI QUI).
"Ti dico pubblicamente allora, che se non vuoi sostenere la mia di candidatura, io invece sono disponibile a sostenere la tua a garanzia del M5S per le regionali in Calabria. Affermo questo, perché dire che la lista in Calabria è meglio non presentarla significherebbe non prenderci le responsabilità politiche che abbiamo e - attacca Nesci- mimare il comportamento irresponsabile del nostro Capo politico Di Maio: che non ha dato e non da indirizzi sulla “questione calabrese” e che adesso scarica a noi la responsabilità di un percorso elettorale ad un mese dal voto. Tutto questo nonostante, già dall’inizio di questa nuova legislatura, gli chiedessimo un mandato politico chiaro per la nostra regione di provenienza essendo ben consapevoli dell’importante appuntamento elettorale e della necessità di una strategia politica coerente per arrivarci pronti".
"Inoltre, il mio discorso va inquadrato nella mancanza di prospettiva futura del M5S, perché la “questione” Calabria è solo l’effetto di un discorso politico carente che dopo la “svolta governista” non ha costruito sulla sua formazione ed evoluzione in senso organizzato. Necessità di organizzazione ineludibile per rispondere alle grandi responsabilità politiche che ormai abbiamo a tutti i livelli istituzionali. Io non farò la foglia di fico di operazioni truffaldine elettorali ai danni dei Calabresi: ecco perché rimango a servizio del MoVimento con la mia candidatura e ci metto la faccia come d’altronde ho fatto sempre in tutti questi anni. Sono consapevole che in una terra come la Calabria, dilaniata più di altre da ‘ndrangheta e massoneria deviata, l’idea di rivoluzione culturale del MoVimento è ancora valida.
Se falliscono le persone o gli strumenti che ci siamo dati per fare questa rivoluzione democratica e non violenta, non significa che è fallito il MoVimento. Significa che devono cambiare le persone che dirigono e le regole che ci siamo dati, riscrivendo le linee programmatiche politiche future del M5S".
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