di GABRIELE RUBINO
«Quella di stasera è la mia migliore candidatura». Mario Oliverio rompe gli indugi, non aspetta Roma e scende direttamente in campo. Nella giornata iniziata con il naufragio dell’opzione primarie istituzionali, la componente del Pd a lui vicina si è radunata numerosa a Catanzaro (Leggi qui) sfidando apertamente il commissario Graziano e la segreteria nazionale. «Chiedo al Partito Democratico di guardare a queste persone», presenti tantissimi rappresentanti dei circoli e amministratori (ha parlato il consigliere Aieta e nel pubblico c’era Mirabello). «Una regione che vuole determinarsi. Prima di tutto la Calabria», ha ruggito nel finale.
I DIKTAT NON DA PARTITO DEMOCRATICO- Anzitutto però, la ricostruzione delle ultime settimane di passione in casa dem. «Dire che chi partecipa alle primarie è fuori dal partito è una cosa incredibile nei partiti democratici. Figurarsi nel Partito Democratico». «Di fronte a questi diktat – ha proseguito Oliverio- molte persone hanno lasciato impegni e sono venute qui. Sono elementari valutazioni di rispetto. L'Assemblea di oggi è un fattore di grandissima forza democratica, da cui il Pd dovrebbe ripartire. Qui c'è la volontà di unire, io credo che a nessuno è permesso che espone una volontà diversa possa rispondersi che è fuori dal Pd»
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HANNO DETTO NO SENZA ALTERNATIVE E SENZA MOTIVAZIONI- «Cosa ho fatto di male per esser oggetto di torpiloqui da parte di Graziano e Oddati? Prima di entrare nella riunione ad agosto mi è stato detto Oliverio è fuori. Vi pare un percorso normale? Perché? Nessuna motivazione, anzi è stata riconosciuta un'esperienza positiva alla Regione. Quali sono le alternative? Nessuna. Io non ho mai anteposto la mia persona. Io sono stato proposto da oltre trecento sindaci, da numerosissimi circoli e associazioni. Ho sempre chiesto: si definisca un percorso. Invece è stato sempre detto: Oliverio è fuori. La coalizione di centrosinistra – ha continuato il presidente- che ha dato vita a questa esperienza di governo è stata schiaffeggiata, maltrattata Il segretario del Psi ha convocato un tavolo per discutere ed il commissario non si è presentato».
IL PATTO CHE NON C’E’ TRA PD E 5 STELLE- «È stato giusto questo governo nazionale fra Pd e M5S. Ma da qui a pensare di catapultarlo nei territori in modo forzato e prematuro ce ne vuole. Intanto non c'è alleanza». Un aspetto tirato fuori da Oliverio per bocciare la strategia, anche in Calabria, del partito. «Il fatto che Oliverio non era il candidato è stato annunciato prima del nuovo governo. Allora mi chiedo – ha aggiunto-, ci sono problemi di altra natura? Si dicano».
IL NO PER PROBLEMI GIUDIZIARI? E’ VERGOGNOSO LA MIA BUSSOLA E’ STATA SEMPRE QUELLA DEL RISPETTO DELLA COSA PUBBLICA- E così Oliverio è arrivato al nocciolo della questione. «Sui problemi giudiziari sono profondamente indignato. Potrei citare il provvedimento della Cassazione che ha demolito le accuse, ma non lo faccio. Io – tuonando -sono stato guidato da una bussola, che è quella del rispetto della cosa pubblica. Questo lo grido ad alta voce affinché tutti ascoltino e sentano». «Questo non dire e far circolare è vergognoso. È una stagione di altri tempi. Bisogna discutere in modo responsabile». E poi arriva il primo spunto contro i potenziali avversari. «Non possiamo regalare la Calabria a forze avventuriste, al centrodestra che ha prodotto risultati nefasti, sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista di incapacità utilizzare le risorse e sia come intreccio affaristico. Abbiamo lavorato per bonificare la Regione». Oliverio è in campagna elettorale da tempo. Stasera si è capito che lo sarà sia con e sia senza il simbolo del Partito Democratico.
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