di GABRIELE RUBINO
A schema libero. Lo schacchiere di questa preview delle Regionali, dove devono definirsi ancora i nomi dei candidati, scompagina le traiettorie "naturali" dei partiti. Nel centrodestra il gran rifiuto leghista a Mario Occhiuto è stato vissuto da una parte dei Forza Italia come un irriguardoso comando dall'alto (anche in senso territoriale), se non addirittura una mancanza di rispetto. Le parole di ieri del vicepresidente Tajani, ribadite anche oggi ("si troverà la soluzione più giusta con gli alleati", e ancora "il nostro candidato ha consenso e seguito in Calabria") lasciano capire che è già partito il tentativo di una mediazione nazionale per non buttare al macero la candidatura, già uno stadio avanzato, del sindaco di Cosenza.
Oggi il Corriere della Sera ha riportato di una chiamata fra Berlusconi e Salvini in cui si sono sostanzialmente detti che bisogna andare "uniti" alle elezioni. Tuttavia, i toni e la risolutezza del veto griffato dal commissario Cristian Invernizzi (che è la voce del "capitano" in Calabria) sembrano irremovibili. Se così sarà, nella "puntata" a Catanzaro di ieri degli Occhiuto (Mario era con Roberto) si è capito che loro andranno avanti comunque. "Non è una candidatura che si può fermare questa qui", ragionava ieri un sostenitore di peso dell'architetto.
Nemmeno se l'avventura non dovesse essere marchiata con il simbolo di Forza Italia, tant'è che ieri Occhiuto è tornato ad insistere sulla piattaforma civica a base del suo progetto di cambiamento della Calabria. Così lo schema è talmente aperto che grandi sponsor dell'architetto si sono dimostrati l'ex capogruppo del Pd al Comune di Catanzaro Lorenzo Costa e anche Enzo Ciconte ha inviato una sua delegazione. Le antenne sono vigili per scrutare anche i movimenti dei renziani e del loro nuovo movimento Italia Viva.
Tornando nel recinto del partito calabrese, se Mario avrà il supporto fino alla morte del fratello e di Jole Santelli, quello di Tallini, Parente e Pedà è stato confermato fisicamente ieri nel capoluogo, chissà fin dove arriva quello degli altri big azzurri. Fino allo strappo con gli alleati o fino alla curva. Se la compattezza del coordinamento regionale forzista non sarà riconfermata presto significa che non tutti sono disposti a fare i crociati per un nome non voluto dall'intera coalzione (perché il silenzio di Fratelli d'Italia significa una buona dose di "piacere" per il veto ad Occhiuto). A quel punto è tutta una questione di trovare il nome di "superamento", anche se a guardare l'intero identikit tracciato dai leghisti (oltre a non avere problemi con la giustizia, deve essere pressoché vergine di politica) allontana le ipotesi finora circolate.
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