Report, programma di approfondimento in onda il lunedì su Rai3, su Facebook presenta così la vicenda di Villa Torano e allega un video: "Villa Torano, Rsa alle porte di Cosenza, si è ritrovata il giorno di Pasquetta con oltre 70 contagi. La struttura è di proprietà di Massimo Poggi e della moglie di Claudio Parente, coordinatore della lista Casa della libertà che ha contribuito all'elezione della presidente Jole Santelli. Il sindaco di Torano aveva chiesto la chiusura della Rsa, che invece continua a operare disciplinata dall'Asp di Cosenza. Oggi, a un mese dai primi contagi ufficiali, sono tutti negativizzati. Ma quando sono iniziati i contagi? Un audio del 118 data un caso sospetto già 20 giorni prima del primo caso dichiarato":
All'anticipazione di Report è scaturita la reazione degli avvocati Amedeo Bianco del foro di Catanzaro e Pierluca Bonofiglio del foro di Cosenza, difensori di fiducia del Dott. Luigi Pansini, in nome e per conto di quest’ultimo dichiarano: “Avendo guardato l’anticipazione lanciata sui social network (e ripresa interamente dalle testate giornalistiche regionali) della prossima puntata di “Report” che verrà trasmessa lunedi 18 p.v., incentrata sul caso di Villa Torano, ritengono doveroso sottolineare alcuni aspetti che, per come riportati nella anticipazione, appaiono estremamente errati in punto di ricostruzione dei fatti accaduti e dunque lesivi della immagine del nostro assistito che da anni ricopre il ruolo di Direttore Sanitario di Villa Torano. Piu’ specificatamente, dalla anticipazione pubblicata su Facebook, si dà per assodato che il paziente Ragusa Angelo sia deceduto a causa del corona virus, che abbia contratto lo stesso virus all’interno della struttura e che vi sia stata una omissione da parte della Direzione Sanitaria di Villa Torano nei contatti con le strutture pubbliche e con il presidio ospedaliero dove il paziente era stato trasferito.
Tale ricostruzione però è basata su frammentarie e lacunose notizie raccolte anche attraverso interviste a persone che nulla conoscono dei fatti e che hanno riportato esclusivamente valutazioni personali basate su sensazioni e non su dati reali (ci si riferisce alle dichiarazioni rilasciate dalla coniuge di Ragusa). Gli elementi oggettivi che rimangono di questa vicenda, invece non vengono richiamati ed è per tale motivo che si ritiene di ribadirli, al fine di fare chiarezza e di riportarli in trasmissione. Il paziente Ragusa Angelo, dalle ore 8:30 del 16 marzo 2020 e fino alle ore 15:00 del 21 marzo 2020 è stato sempre apiretico, per come risulta da cartella clinica. Intorno alle ore 17:00 della stessa giornata, l’equipe del 118 decide di trasportarlo presso la struttura ospedaliera “Annunziata” e durante il trasporto l’equipe constata il decesso di Ragusa. Soltanto dopo qualche ora, il medico di reparto di Villa Torano – Dott. Paolo Agostino – veniva informato dal medico del 118 che aveva preso in carico il paziente Ragusa, che lo stesso era deceduto, che durante il trasporto gli era stata rilevata la temperatura corporea con termometro ad infrarossi e che risultava essere pari a 38, 5 °C e che per questo motivo, secondo il medico del 118, il Dott. Paolo Agostino doveva mettersi in contatto con la Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Cosenza e “pretendere” l’esecuzione di un tampone per Covid 19 sul paziente deceduto. Prescindendo dalla circostanza che l’esecuzione del tampone avrebbe dovuto essere richiesta direttamente dal medico del 118 che aveva avuto il dubbio circa un probabile caso positivo di corona virus, Il Direttore Sanitario di Villa Torano nell’immediatezza contattava il centralino dell’Ospedale Annunziata tramite il quale riusciva ad interloquire con il Direttore Sanitario del detto nosocomio. Alla richiesta del Dott. Pansini di eseguire il tampone sul paziente deceduto, lo stesso Direttore Sanitario dell’ospedale rispondeva che non lo riteneva necessario e che aveva dato disposizione al medico in servizio del Pronto Soccorso di trattare il caso come un decesso da malattia infettiva soltanto per un eccesso di precauzione. E comunque si aggiunga che la richiesta dei tamponi era stato già sollevato dalle associazioni di categoria Rsa sin dal mese di marzo. A questa richiesta ha fatto seguito Ordinanza Regionale del 27 marzo con la quale si disponeva lo screening dei tamponi all’interno delle rsa.
Gli stessi sono stati materialmente consegnati dalle Asp alle Rsa, compresa Villa Torano, soltanto in data 10 aprile ma con la informazione che non sarebbero stati lavorabili nell’immediatezza a causa della mancanza dei reagenti presso i laboratori autorizzati dalla Regione Calabria. Dunque non appartiene al vero che il Direttore Sanitario di Villa Torano abbia ritardato o omesso alcun comportamento doveroso circa il decesso del paziente Ragusa. Allo stesso modo non appare corretto stabilire che la causa del decesso del paziente Ragusa sia da ricondurre ad infezione da Covid 19 poichè si tratta di paziente affetto da più patologie croniche con i parametri clinici – costantemente rilevati dai medici della struttura sanitaria – mai compatibili con una infezione da Covid 19.
Tale ultimo dato è stato rilevato anche dai sanitari del 118 che solo due giorni prima del decesso, contattati a causa di uno stato soporoso del paziente, decidevano di non disporre il ricovero in ambiente ospedaliero e non predisponevano altre misure precauzionali né ritenevano che il paziente dovesse essere isolato. L’unica alterazione della temperatura corporea veniva rilevata dal medici del 118 durante il trasporto in ambulanza il 21 marzo 2020: e questo unico dato non è in alcun modo riconducibile ad infezione da Covid 19. Pertanto, da una lettura del fatto storico così come prospettata, risulta essere di tutta evidenza come l’assenza di elementi sintomatici della infezione del covid 19 sul paziente Ragusa e la contestuale presenza di gravi e tante patologie pregresse da cui era affetto lo stesso, devono indurre a ritenere che la causa del decesso non sia da ascrivere al Corona virus.”
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