di PAOLO CRISTOFARO
All'indomani della diffusione da parte della Dia (Direzione Investigativa Antimafia) del report semestrale per il Parlamento, Mario Caligiuri, docente Unical, presidente del Master in Intelligence e presidente della Società Italiana di Intelligence, da mesi impegnato nell'analisi dei fenomeni sociali correlati alle questioni di sicurezza nazionale, ha elaborato un'analisi lucida e generale della situazione.
"Il disagio sociale sarà con tutta evidenza nel nostro Paese la conseguenza maggiore della pandemia. Già molto accentuato prima del Coronavirus, il disagio sociale certamente favorirà le mafie ma in realtà è maggiormente alimentato dalla qualità delle scelte politiche. L’effetto annunciato e la dimensione della propaganda al momento sembrano funzionare. Da adesso a settembre dopo la disastrosa stagione estiva, l’aspetto centrale sarà rappresentato dal punto di equilibrio che si raggiungerà tra le condizioni di indigenza e la riduzione del benessere poiché da questo dipenderà l’effettiva tenuta sociale e quindi la stabilità delle istituzioni",spiega Caligiuri.
"In questa fase le mafie si sostituiscono allo Stato in termini di servizi sociali. Il welfare alternativo è strutturale nelle organizzazioni criminali, come ha dimostrato qualche anno fa uno studio scientifico dell’Università “Vanvitelli” di Napoli. L’altro tema riportato nella relazione è che nel 2019 c’è stato il record di scioglimenti di comuni per infiltrazioni mafiose, per quasi la metà in Calabria, a cui si aggiungono due aziende sanitarie, entrambe anch’esse in Calabria", spiega il professore nella sua analisi.
Considerazioni fa Caligiuri anche in merito alle dinamiche elettorali, che dimostrano sempre di più dei problemi di fondo nelle questioni politiche e nel rapporto con la criminalità organizzata. "Non sarebbe, allora, il caso di rivedere le regole elettorali nazionali? Varrebbe lo stesso per le regole dello scioglimento dei comuni. Infatti, si evidenzia nella relazione della Dia che ben 16 comuni su 51 sono stati sciolti due o addirittura tre volte. Quale più lampante dimostrazione che il sistema vada rapidamente rivisto?", sottolinea.
Uno spazio dedicato anche alla riflessione sui capitali, sul sistema delle banche e sulla stabilità delle istituzioni a livello internazionale. "La criminalità è un problema globale e le risposte sono invece confinate a essere prevalentemente nazionali. L’asimmetria della globalizzazione favorisce in modo strutturale le mafie, che rischiano di minare la sicurezza degli stati soprattutto attraverso i flussi finanziari di cui dispongono. Non a caso la City di Londra è contemporaneamente il primo centro finanziario del mondo e il primo centro di riciclaggio del pianeta. Si deve quindi approfondire da un lato il ruolo delle banche e dall’altro l’equilibrio tra mafie italiane e mafie straniere", spiega Caligiuri.
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