“Recovery”, il finanziere Dattis non poteva e non era la “talpa” della cosca: storia di un errore giudiziario

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Il Tribunale di Catanzaro
  01 aprile 2025 10:08


Storia di un errore giudiziario che ha del clamoroso e che rimette a posto la verità di un uomo accusato ingiustamente e sbattuto in prima pagina: il
tribunale di Catanzaro ha disposto il non luogo a procedere nei confronti del finanziere Enrico Dattis.

Accusato di essere la “talpa” che avrebbe informato alcuni membri del clan circa l’apertura di indagini, Dattis era stato indicato come fonte interna di informazioni riservate. La difesa, affidata agli avvocati Nicola Rendace e Giovanni Carlo Tenuta, ha sottolineato che il finanziere non aveva mai prestato servizio a Cosenza e, dunque, non avrebbe potuto venire a conoscenza di dati utili per gli inquirenti, tesi che ha convinto il giudice a disporre il non luogo a procedere. La Suprema Corte di Cassazione aveva già annullato, con rinvio, un’ordinanza del gip che prevedeva per lui la sospensione dal servizio.

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Parallelamente, il giudice ha disatteso anche nei confronti di Salvatore Imbrogno, difeso da Tanja Argirò. Imbrogno era infatti accusato di aver facilitato la latitanza di Francesco Strangio mettendo a disposizione un immobile che avrebbe consentito al fuggitivo di eludere i controlli delle forze dell’ordine, garantendogli allo stesso tempo cure e sostentamento.  

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Il procedimento, scaturito dall’inchiesta nome in codice Recovery e coordinato dalla Dda di Catanzaro per contrastare il narcotraffico nel Cosentino, vede complessivamente coinvolti 63 imputati. Di questi, ben 63 hanno richiesto, tramite i propri legali, l’accesso al rito abbreviato secco, mentre 12 imputati hanno optato per il rito abbreviato condizionato, con una richiesta che è stata rigettata. Durante l’udienza preliminare tenutasi questa mattina, il gup del Tribunale di Catanzaro, Marilena Sculco, ha rinviato a giudizio tutti gli imputati, segnando un ulteriore passo nella definizione delle responsabilità in un procedimento che si preannuncia lungo e complesso.

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Tra gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato secco figurano nomi come Gianfranco Sganga, Gaetano Bartone, Michele Rende, Stefano Casole, Manuel Esposito, Francesco Greco, fino ad arrivare a personalità quali Salvatore Patti, Ivan Montualdista, Marco D’Alessandro, Francesco Patitucci e molti altri. Per il rito abbreviato condizionato si registrano invece le richieste di Cosimo Abruzzese, Emanuele Apuzzo, Carlo Bruno, Umberto Cacozza, Luigia Capitano, Luigi Antonio Garofalo, Alessandro Mazzéi, Giuseppe Provenzano, Luigi Ricca, fino a Mattia Namik Sposato e Alberto Turboli.

Il rinvio a giudizio e le decisioni di non procedere per Dattis e Imbrogno rappresentano tappe fondamentali in un’indagine che mira a smantellare una rete criminale attiva nel territorio cosentino e che, con il supporto della Dda di Catanzaro, continua a seguire una linea di inchiesta particolarmente incisiva contro il narcotraffico.

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