di EDOARDO CORASANITI
E' martedì 27 settembre il giorno fissato dal Tribunale del Riesame di Catanzaro per il caso di Marcello Manna, sindaco di Rende (oggi sospeso) agli arresti domiciliari dall'1 settembre nell'ambito dell'operazione "Reset", il maxi blitz che ha portato all'emissione di 202 misure cautelari nel cosentino.
Difeso dagli avvocati Nicola Carratelli e Giandomenico Caiazza, il sindaco accusato scambio elettorale politico-mafioso potrà mettere sul tavolo le sue ragioni e una narrazione dei fatti diversa rispetto a quella cristallizzata dall'ordinanza di custodia cautelare dal gip Alfredo Ferraro su richiesta della Dda del capoluogo guidata da Nicola Gratteri.
Dopo le prime ore dall'arresto, il collegio difensivo di Manna ha diffuso una nota stampa in cui si è evidenziato che il sindaco durante l'interrogatorio di garanzia "non si è limitato a protestare la propria assoluta estraneità ad ogni preteso accordo elettorale illecito, ma ha fornito alla Procura ed al GIP la documentazione delle sue attività amministrative obiettivamente incompatibili con quella infondata ipotesi accusatoria". Ragioni che porteranno i legali a chiedere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare che ha imposto gli arresti domiciliari al primo cittadino eletto la prima volta nel 2014 e confermato nel 2019.
Al centro dell'inchiesta, oltre alle influenze delle cosche cosentine sul territorio bruzio, ci è finita la vicenda del Palazzetto dello sport in occasione delle elezioni comunali del 2014. I D'Ambosio in più occasioni avrebbero manifestato l'appoggio elettorale all'assessore Munno (agli arresti domiciliari) e quindi a Manna. Un accordo che, secondo il gup, non era solo millantato dall'assessore ma a conoscenza del sindaco Manna.
La teoria accusatoria è negata fin dal principio dagli avvocati Manna e Caiazza, proiettati a dimostrare che "il bando di gara per la gestione del palazzetto dello sport sia stato preceduto, accompagnato e seguito da attività amministrative formali e sostanziali assolutamente legittime e pienamente trasparenti, adottate dai soggetti funzionalmente delegati ad assumerle, nel rigoroso rispetto dei principi di imparzialità, correttezza e buon andamento della Pubblica Amministrazione”.
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