di EDOARDO CORASANITI
"La competenza di questo processo è di Teramo". Gli avvocati lo ripetono oggi al sesto piano del Tribunale di Catanzaro dove è iniziato il troncone del processo "Rinascita Scott" per la vicenda che vede imputato Giorgio Naselli, il colonnello accusato di violazione del segreto istruttorio e abuso d'ufficio ed è finito tra le carte della Procura per aver rilevato alcune informazioni all’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli,
In questo filone va evidenziato che nel capo d'accusa iniziale compaiono anche gli avvocati Giancarlo Pittelli e Giulio Calabretta. Entrambi hanno optato per il rito immediato (poi confluito nell’ordinario) e il processo prosegue nell'aula bunker di Lamezia Terme dove oggi verrà sentito per il secondo giorno Emanuele Mancuso, collaboratore di giustizia, classe 1989, figlio di Pantaleone Mancuso (alias L'Ingegnere) e nipote del super boss Luigi Mancuso (LEGGI QUI).
I capi d'imputazione ruotano intorno alle accuse di abuso d'ufficio, rivelazione di segreto istruttorio, intestazione fittizia di beni. Gli imputati che saranno giudicati dal collegio presieduto dal giudice Carmela Tedesco sono Calabretta Giuseppe, 1969, (difeso dall'avvocato Rocco Maria Di Dio), Delfino Rocco Alias “U Rizzu”, 1962, (difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Mirna Raschi), Delfino Salvatore, 1990, (difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Mirna Raschi), Forgione Roberto, 1982, (difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Mirna Raschi), Naselli Giorgio (carcere- domiciliari- libero su decisione della Cassazione), 1967, Tripolino Ilenia, 1989 (difeso dall'avvocato Guido Contestabile e da Stefano Commisso).
Due capi d’accusa avvolgono la posizione di Naselli: il contenuto di alcune indagini condotte dai carabinieri di Pioltello e che sarebbero state d’interesse all’avvocato Pittelli e una pratica pendente su Rocco Delfino presso la Prefettura di Teramo e della quale Naselli si sarebbe interessato rivelando quali erano le criticità, oggetto delle verifiche in corso coperte dal segreto istruttorio. Relativamente alla fase cautelare, il Tdl ha annullato il primo capo d'imputazione, mentre il secondo è stato fatto cadere dalla Cassazione.
Altro personaggio chiave di questo troncone processuale è Rocco Delfino, originario di Gioia Tauro, accusato di essere vicino ai clan Piromalli e Molè e di aver cercato di eludere le norme sulla prevenzione patrimoniale. Dunque, con lo scopo di sottrarsi ai provvedimenti ablativi, il 58enne avrebbe realizzato una serie di condotte finalizzate all'attribuzione fittizia delle quote della società Ecotrasporti srl (di Palmi), poi “M.C. Metalli srl”. La sintesi giuridica è tradotta con l'accusa di trasferimento fraudolenti di valori.
L'UDIENZA DI OGGI: Si inizia con la costituzione di parte civile del Ministero Interno e Ministero Difesa (avvocato Albanese) per Giorgio Naselli per tutti i capi di imputazione e per Rocco Delfino per un capo di imputazione e dell'associazione Libera (avvocato Elvira Iaccino) per Giorgio Naselli e per Rocco Delfino (per un capo di imputazione). L'avvocato Lettieri si è opposto alla costituzione di parte civile di Libera ritenendo la stessa inammissibile poiché depositata dal sostituto non legittimato e poiché formulato per i capi abis1 e abis2 rispetto ai quali l'associazione non può ritenersi persona offesa.
Questioni preliminari: L'avvocato Di Dio (per Giuseppe Calabretta) ha eccepito l'incompetenza territoriale di Catanzaro in favore di quello di Teramo, dove devono intendersi consumati i reati al medesimo contestati come già rilevato dal Tribunale del Riesame, non sussistendo peraltro né ipotesi di continuazione né nesso teleologico per il quale potrebbe rilevare la forza attrattiva dei reati aggravati dall'aggravante delle modalità mafiosa.
L'avvocato Lettieri, per Naselli, eccepisce l'incompetenza funzionale del Tribunale di Catanzaro e chiede per effetto la trasmissione degli atti al pm presso il Tribunale de L'Aquila, in subordine deduce l'incompetenza territoriale in favore del Tribunale di Teramo con trasmissione degli atti verso il pm di Teramo.
Inoltre, ha illustrato le ragioni contenute in una memoria depositata alla quale allega sentenza di Cassazione in sede cautelare, verbali del Gup in cui è stata sollevata eccezione territoriale e la sentenza del Gup.
L'avvocato Fonte, per Naselli, si associa alle eccezioni sollevate dall'avvocato Lettieri aggiungendo che, posto che non è possibile dalla lettura del capo di imputazione a4bis individuare il luogo di consumazione, la competenza deve intendersi radicata nei luoghi di consumazione del reato più grave e nella specie deve essere riferibile al capo di imputazione A5bis, consumato a Teramo e di cui non può discutersi.
Ad eccepire inutilizzabilità dell'intera attività captativa svolta sul cellulare di Giancarlo Pittelli è l'avvocato Guido Contestabile. Il legale ha evidenziato che le intercettazioni risultano effettuate nel procedimento principale (Rinascita Scott) e che deve considerarsi procedimento diverso da quello di oggi. La sua riflessione è agganciata ai principi elaborati dai principi della Corte di Cassazione, sezione Unite, essendo evidente che "non esista connessione oggettiva e soggettiva tra questo procedimento e il troncone principale denominato Rinascita-Scott". Secondo Contestabile operano in questo caso i limiti sanciti dal codice di procedurale penale posto che "le intercettazioni non possono essere considerate corpo del reato per come considerato dalle Sezione Unite dal momento che esse non esaudiscono la fattispecie criminale oggetto di contestazione del processo". Contestabile ha anche depositato una memoria.
La Procura della Repubblica di Catanzaro, in aula con il pubblico ministero Antonio De Bernardo, si è opposto alle eccezioni aggiungendo che la competenza appartiene al Tribunale di Catanzaro perché deve intendersi integrata l'aggravante 326 comma 3 del codice penale (Rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio).
De Bernardo ha dichiarato l'utilizzabilità delle intercettazioni e ha chiesto il rigetto delle eccezioni perché non ritiene che non possa parlarsi di diverso procedimento: secondo il pm, gli imputati di oggi concorrono nello stesso reato contestato a Pittelli.
Il Tribunale si è riservato sulla costituzione delle parti civile e sulle eccezioni e deciderà all'udienza del 10 giugno 2021 alle ore 09.30.
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