di EDOARDO CORASANITI
Dura tre ore la prima udienza del processo a carico di Giancarlo Pittelli, ex parlamentare, avvocato, indagato e imputato in “Rinascita Scott”: dopo 180 minuti, di cui 90 trascorsi in camera di consiglio, il presidente del collegio giudicante annuncia che il processo va aggiornato al 13 gennaio 2021.
Insieme al noto penalista catanzarese ai domiciliari dal 16 ottobre (è stato in carcere dal 19 dicembre), davanti al Tribunale di Vibo Valentia compaiono anche Mario Lo Riggio, 69 anni (difeso dall’avvocato Staiano e Francesco Muzzopappa), Salvatore Rizzo (difeso da Guido Contestabile e Rocco Domenico Ceravolo) e Giulio Calabretta (difeso dall’avvocato Attilio Matacera). Tutti e quattro hanno chiesto di essere giudicati con il rito immediato.
Rinascita Scott. L'avv. Pittelli è arrivato in tribunale a Vibo (FOTO E VIDEO)
La ragione del rinvio si trova nella richiesta della Procura di Catanzaro, rappresentata oggi dai procuratori Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci: per i pm, l’omologazione degli argomenti trattati e la vicinanza con il rito ordinario che si avvicina da Roma, deve spingere il Tribunale ad aspettare e valutare successivamente la possibilità di riunire i processi. Nella capitale infatti oggi si concludono le discussioni degli avvocati e la decisione sul rinvio a giudizio è prevista per il 03 dicembre: in quella data, si scoprirà quanti dei 452 imputati in fase preliminare traghetteranno al processo. Per ora, circa 87 posizioni hanno annunciato di voler procedere con il rito abbreviato.
Il collegio presieduto da Tiziana Macrì approva la tesi proposta dai magistrati inquirenti e alle 12,30 legge il dispositivo con il quale “rinvia al 13 gennaio 2021, ritenendo ugualmente tutelabili le istanze degli imputati”.
Il giudice si riferisce a quanto sostenuto dalle difese, fortemente convinte dell’inutilità e inadeguatezza della richiesta di differimento. A partire da Salvatore Staiano e Guido Contestabile, legali di fiducia di Giancarlo Pittelli, secondo cui “la volontà di procedere con il giudizio immediato era per ragioni di celerità, ma rinviando e aspettando dopo il rinvio a giudizio di Roma verrebbe polverizzato il diritto riconosciuto anche da sentenze della Corte costituzionale”.
Stessa opinione e stessa linea tenuta dai difensori Francesco Muzzopappa, Domenico Ceravolo e Attilio Matacera. Per il primo, “non ci sono le condizioni per una riunione”, mentre il secondo è senza mezzi termini: “Il Tribunale abbia il coraggio di dire no alla Procura”.
Un’altra questione anima la discussione tra accusa, difesa e collegio. Nei giorni scorsi alcune testate giornalistiche lanciano la notizia di un’istanza di ricusazione presentata dagli avvocati e che si riferisce al presidente del collegio, Tiziana Macrì. Il magistrato, in veste di gip del Tribunale di Catanzaro, nella fase delle indagini preliminari di Rinascita-Scott, avrebbe autorizzato un'intercettazione richiamando nelle motivazioni l'associazione mafiosa che investe tutto il maxi-procedimento. Circostanza che però il giudice dice di non ricordare.
Inoltre, in aula tutte e quattro le difese negano di aver presentato questa richiesta di ricusazione.
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