Sanità, all'Annunziata di Cosenza un intervento innovativo per il tumore dell'intestino

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L'ospedale Annunziata di Cosenza
  15 giugno 2022 13:19

I chirurghi dell’Ospedale dell'Annunziata di Cosenza hanno effettuato, per la prima volta in Calabria, e con pochi precedenti in Italia, la prima ileostomia percutanea di protezione, su un paziente di 60 anni, operato per un tumore maligno del retto basso dopo essere stato trattato con chemioterapia e radioterapia. E’ quanto si legge in una nota del Commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, Gianfranco Filippelli. In questi tipi di tumori, per proteggere l’anastomosi, ovvero il collegamento che si rende necessario fare dopo avere asportato il tumore, tra il colon ed il retto residuo, e favorire il suo consolidamento, si è soliti confezionare una ileostomia detta di protezione: l’intestino viene deviato temporaneamente all’esterno e viene applicata una sacca da cui fuoriesce materiale enterico, che il paziente si porta a casa e che è costretto a tenere per almeno 6 mesi. In seguito, il paziente deve essere riportato in sala operatoria ed essere rioperato, in anestesia generale, per chiudere la stomia, ma non sempre ciò si verifica, con tutte le conseguenze che ne derivano. Da adesso in poi - si fa rilevare - non sarà più così, almeno nei casi selezionati operati nel reparto della UOC di Chirurgia Generale “Falcone” dell’Annunziata di Cosenza, diretta da Bruno Nardo.

Dopo che il tumore maligno era stato asportato ed era stata ripristinata la continuità intestinale, è stata eseguita, per la prima volta nella storia della chirurgia calabrese, una ileostomia percutanea temporanea. Tale procedura, semplice ma assai delicata, è consistita nell’inserire, attraverso una incisione di un centimetro, un sottile drenaggio percutaneo, dotato all’estremità di un palloncino gonfiabile, che è stato fissato all’interno dell’ileo e fissato alla parete interna dell’addome. Il palloncino è stato opportunamente gonfiato con una misurata e delicata pressione, per evitare potenziali effetti collaterali, ed ha impedito alle feci di contaminare l’anastomosi deviandole all’esterno in un sistema chiuso. La pervietà del tubo è stata garantita con ripetuti e quotidiani lavaggi, fatti anche dai dai validi e solerti infermieri del reparto. Dopo circa una settimana, dopo avere verificato che l’anastomosi fosse ben salda, il palloncino è stato sgonfiato ed il drenaggio rimosso senza alcuna difficoltà. Il paziente è stato dimesso dopo pochi giorni.

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