L’obiettivo è sempre lo stesso. Raggiungere la soglia di adempimento sui LEA, dimostrando al Mef che, al di là dei problemi sui conti, i servizi sanitari in Calabria si erogano. Il dg del dipartimento di Tutela della Salute, Antonio Belcastro, ha fatto il punto della situazione sui Livelli Essenziali di Assistenza (il misuratore della quantità e qualità dei servizi erogati dalle regioni, la cui soglia di adempienza è pari a 160 punti), a margine di una riunione tecnica sul fascicolo sanitario elettronico. «Siamo passati dai 136 del 2017, certificati, ai 146 del 2018. In più altri 6 punti che ci hanno attestato nei giorni scorsi, quindi siamo a 152. C’è in corso un processo di ulteriore rivelazione su due file e contiamo di dimostrare di aver adempiuto arrivando quindi almeno a 161. Due flussi in particolare- ha spiegato Belcastro-, che avevano dei dati trasmessi incompleti e quindi venivano scartati. Riguardano il privato accreditato e l’assistenza domiciliare. Noi contiamo di aver adempiuto anche a questo. Uno vale 6 e l’altro 3 punti (per questo la proiezione a 161»). E non è solo una questione di punti su carta, Belcastro infatti spiega: «Ci sono tre annualità bloccate presso il Mef, complessivamente valgono 320 milioni (LEGGI QUI,ndr). Entro la fine dell’anno, pensiamo di raggiungere questo scopo». Su come il Mef, uno dei due ministeri che vigilano sull’attuazione del Piano di Rientro, si approcci al servizio sanitario calabrese, Belcastro è come al solito diplomatico: «Non ci sono pregiudizi. Abbiamo avuto un’apertura di credito perché abbiamo migliorato delle performance. Indubbiamente c’è un atteggiamento del Mef che si erge a baluardo del controllore dei costi, però se dimostri di fare delle cose quantomeno ti ascoltano».
Sul personale e sui concorsi “chiacchierati” (come quello di call center all’Annunziata di Cosenza), il dg spiega:« È un periodo non bello e la qualità percepita ne risente molto. Come dipartimento abbiamo tentato di risolvere la faida precari e idonei (LEGGI QUI,ndr). La carenza dei medici è un problema nazionale, che è accentuata in una regione come la nostra in Piano di Rientro. In periodo di elezioni, tutti i concorsi sarebbe meglio sospenderli, pazientare, non per ragioni di legittimità ma di opportunità e poi completarli subito dopo le elezioni». (g.r.)
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