""Lasciate ogni speranza o voi che entrate", così un cartello innanzi l’ospedale di Vibo Valentia, dove si registra l’ennesimo caso di malasanità". Francesco Di Lieto, presidente del Codacons, torna sul tema della malasanità di Vibo.
"Un uomo è morto a causa di un aneurisma scambiato per una colite. L’uomo era giunto in pronto soccorso lamentando atroci dolori addominali. Allo Juzzolino, tuttavia, al malcapitato sarebbe stato assegnato soltanto un “codice giallo" presumendo una banale colite. Tanto che di lì a poco sarebbe stato addirittura dimesso. Un sospiro di sollievo ? Neppure a parlarne.
Ed infatti il paziente non aveva ancora abbandonato il nosocomio che le condizioni sono peggiorate tanto da essere trasferito presso l’ospedale di Catanzaro. Tutto inutile perché per l’uomo non c’è stato nulla da fare".
Durissimo il Codacons che invoca la chiusura dell’Ospedale di Vibo. Una provocazione, certo - sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale - ma magari utile per interrogarci sull’utilità della struttura dopo le gravissime e ripetute tragedie che, di fatto, negano il diritto alla salute ai Calabresi. E finiamola per fingere di stupirci ad ogni caso di malasanità - prosegue Di Lieto.
Già in Calabria un neonato ha il doppio delle possibilità di morire rispetto al Veneto, per come denunciato dall’associazione culturale pediatri nel corso del 31’ congresso nazionale, se poi si finisce per morire appena qualche secondo dopo essere dimessi - prosegue la nota del Codacons - vuol dire che il diritto alla salute in Calabria è davvero una chimera".
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