Sanità, i sindacati: "Il Decreto Calabria si è rivelato come una cura peggiore del male"

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  07 settembre 2019 17:08

Le organizzazioni sindacali Fp-Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Calabria, in una lettera aperta al Commissario per il Piano di rientro in sanità Saverio Cotticelli, al sub-commissario Maria Crocco e al direttore generale del dipartimento Salute della Regione, esprimono "tutta la loro preoccupazione in ordine a quanto sta accadendo ai lavoratori nelle Aziende sanitarie e Ospedaliere e alla condizione in cui è precipitato il Ssr in conseguenza del Decreto Calabria".

"Sono di questi ultimi giorni - prosegue la lettera - le notizie che riportano i primi licenziamenti dei lavoratori precari pluriennali con rapporto di lavoro a tempo determinato dell'Azienda Pugliese - Ciaccio di Catanzaro e l'avvio delle procedure di licenziamento di operatori socio-sanitari di una Cooperativa che fornisce servizi esternalizzati di assistenza presso l'Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza. Questi gli esiti nefasti di una stagione che da molto tempo ha messo in ginocchio il Sistema sanitario regionale, gravato da ispessite criticità, la prima ormai universalmente riconosciuta, ovvero la carenza di personale, la quale, nel decennio di commissariamento permanente per il rientro dal deficit, è via via diventata esponenziale e non più sopportabile dallo stesso sistema. Tale deficit di professionalità, infermieristiche, mediche, socioassistenziali, ha compromesso la qualità e quantità dei servizi erogati ai cittadini, ha indotto alla riduzione del perimetro pubblico di gestione con le esternalizzazioni di servizi che risultano essere anche più costosi e spesso oggetto di appalti poco trasparenti, ha compromesso la salute e sicurezza dei lavoratori che con profondo senso di responsabilità e abnegazione hanno fronteggiato turni e servizi carenti del personale necessario, quello previsto per legge, ha reso necessario reclutare schiere di lavoratori a tempo ed ha ingenerato sfiducia e allarme tra gli utenti che si rivalgono, anche con violente aggressioni proprio sugli operatori".

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"Quello che stupisce - proseguono i sindacati - è che né i poteri speciali conferiti al Commissario con il Decreto Calabria, né il ruolo istituzionale del Direttore del Dipartimento abbiano impedito tale drammatica deriva, ma ancora più singolare è stata la mancata volontà di confronto con le scriventi, scegliendo il confronto diretto con i lavoratori interessati, precari e idonei, a cui vengono vagheggiate promesse varie, simili a quelle dell'intervento del Governatore della Regione che sposa la causa incontrando direttamente i lavoratori traditi e invoca l'intervento del nuovo Governo chiedendo anche il supporto dei Sindaci per sostenere la revoca del famigerato Decreto Calabria, dimenticando gli anni sprecati a contrastare l'ufficio del Commissario. Indubbiamente, anche per le scriventi il Decreto Calabria si è rivelato come cura peggiore del male, al netto degli aspetti incostituzionali. Non solo non c'è stata nessuna svolta radicale sulle gestioni aziendali, molte delle quali rimaste acefale per mancata nomina o rifiuto dei direttori individuati, ma anzi il permanere di situazioni opache, con la conseguente paralisi gestionale che certo non può generare il risanamento del deficit auspicato e mette a rischio anche gli approvvigionamenti ordinari e, infine, consente la sopravvivenza di un sistema incrostato caro a molti". I sindacati lamentano quindi di non avere avuto risposte alle tante proposte avanzate, "nessun impegno, registrando una indifferenza e una spregiudicata disinvoltura nei comportamenti sia della struttura commissariale, sia del Dipartimento. Nonostante ciò le organizzazioni sindacali resteranno accanto ai lavoratori, ai precari, agli idonei e a tutti coloro che hanno a cuore la sanità calabrese, adoperandosi con le Confederazioni regionali e nazionali e con le segreterie nazionali di categoria al fine di costruire uno spazio proficuo di confronto anche con il nuovo Ministro della Salute".

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