Sanità, il ruggito degli idonei delle graduatorie: "La legge salva-precari è l'ultima furbata della politica calabrese"

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Medici in corsia
  29 settembre 2019 17:35

Di seguito un comunicato degli idoneei alla graduatorie della sanità in forte protesta contro la legge "salva-precari" che nelle prossime ore sbarcherà in Consiglio regionale.

"L’hanno chiamata legge “salva-precari” forse perché legge “salva-poltrone in cerca di voti in maniera anticostituzionale e calpestando i diritti degli italiani “era un tantino lunga?! Quello che si sta per consumare nei prossimi giorni non è altro che l’ennesima pagina nera che si
aggiungerà al libro della cattiva gestione politica regionale calabrese. Una legge che in tutta Italia, eccetto in Calabria, può essere etichettata con vari appellativi e aggettivi, ma in Calabria è solo ordinaria amministrazione.

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È normale amministrazione andare contro la costituzione, contro il diritto di migliaia di professionisti e contro la legge dello Stato italiano.
Lunedì in consiglio regionale verrà votata la legge “salva-precari” e sappiamo tutti come andrà a finire, dal momento che i nuovi e vecchi politici calabresi non hanno una coscienza politica e non hanno il rispetto della legge.
Lunedì la politica calabrese farà capire a tutta Italia L’inutilità di espletare concorsi per il reclutamento del personale.
Lunedì la politica calabrese farà capire a milioni di professionisti quanto sia inutile studiare per poter passare le varie fasi concorsuali.
Lunedì la politica calabrese darà l’esempio su come si distruggono i diritti sacrosanti delle persone.

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Ormai è già un decennio che la regione Calabria è in piano di rientro. Diversi commissari hanno tentato di risanare i conti del sistema sanitario regionale andando a sbattere contro un muro. Il nuovo commissario Gen. Saverio Cotticelli si è presentato ai calabresi con le seguenti parole: “Io sono figlio del popolo e al popolo bisogna dare la salute e la dignità. Questa sarà una gestione della legalità”. Gestione della legalità che è andata a farsi benedire sin da subito in quanto il commissario, insieme alle varie sigle sindacali, ha ben pensato di prolungare i contratti al personale sanitario a tempo determinato nonostante vi erano graduatorie valevoli a tempo indeterminato e nonostante la legge vieti tutto ciò. Sarà stata una manovra per poter evitare di aumentare la quota di spesa fissa delle varie aziende sanitarie? Così da potersi vantare di non aver aumentato i costi del Servizio Sanitario Nazionale?

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In 9 mesi di commissariamento non abbiamo visto nemmeno l’ombra di un decreto per poter assumere personale sanitario. Non si è autorizzato nemmeno un posto per cercare di colmare la carenza di personale, anzi ha è aumentato ancor di più il precariato nelle aziende, aumentando così la quota di spesa variabile delle varie aziende sanitarie e quindi un aumento di spesa totale delle stesse. In questi 9 mesi abbiamo sentito tante scuse da parte del commissario, partendo dal fatto che doveva fare una ricognizione del personale appena insediato ad arrivare alle scuse del fabbisogno regionale. Eppure, vi è una carenza cronica che tocca numeri esorbitanti e a questa carenza si aggiungono le centinaia e centinaia di pensionamenti arrivati con quota 100. Ma il Generale Cotticelli da che parte sta? Non doveva stare dalla parte della Legge italiana? In una dichiarazione in prima battuta lo stesso esprimeva parere negativo ed anticostituzionale per
quanto riguarda la riforma “Salva-precari “e che la stessa sarebbe stata subito bocciata, ma allo stesso momento non ha autorizzato alcuna assunzione dalle graduatorie vigenti soffermandosi e giustificando la sua scelta dicendo che “ il fabbisogno presentato al tavolo adduce di 500 unità non rispecchia i pensionamenti”; non sono 500 l’ammontare dei pensionamenti, ma quanti saranno 400?, 300?, 200?, perché non autorizza quelli ? È ora di farla finita con le scuse e con il prendere tempo. È ora che il commissario faccia il lavoro per il quale è stato nominato dal governo, rispettando la legge ed evitando di continuare a calpestare i diritti dei professionisti che con sacrificio, studio e
duro lavoro hanno passato le varie fasi concorsuali andando a conquistare un sacrosanto diritto. Mentre si perde tempo in Calabria si muore ancora per parto, si muore facendo ore di attesa nei vari pronto soccorsi in quanto non vi è personale a sufficienza per poter svolgere al meglio il proprio lavoro.

In Calabria intanto ci sono intere Unità Operative costrette a ridurre i posti di degenza o addirittura chiudere interi servizi destinati ai cittadini calabresi. Lunedì 30 alle ore 10.00 scenderemo in piazza per gridare ad alta voce l’ennesima furbata della politica calabrese. Nessuno può ledere i nostri diritti, faremo tutto ciò che è indispensabile affinché sia rispettata la legge e fino quando tutte le graduatorie a tempo indeterminato saranno state assorbite dalle varie aziende. Non ci fermeremo difronte a niente e se ci sarà da combattere noi combatteremo sia in sede legale sia in tutte le piazze interessate. E stendiamo l’invito a scendere in piazza a tutta la popolazione Calabrese, perché bisogna porre un freno a questa scellerata gestione regionale che vige da decenni. Bisogna far rispettare gli articoli della costituzione che devono tutelare tutti i cittadini calabresi nonché italiani e per fare ciò bisogna in primis garantire la salute degli stessi garantendo i LEA, non con manovre politiche per salvare professionisti medici e sanitari che ricoprono posti illegittimi all’interno delle aziende sanitarie, ma con professionisti medici e sanitari che hanno il sacrosanto diritto di lavorare nella pubblica amministrazione in quanto vincitori di concorso pubblico. «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» art 3. Costituzione Italiana
Noi non stiamo con la politica incoerente, scorretta e che non difende i diritti dei cittadini.
Noi stiamo dalla parte della Legge"

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