di GABRIELE RUBINO
Rinvio con proroga dei contratti per due mesi. È la mediazione trovata nella giornata di ieri fra il commissario ad acta Saverio Cotticelli e i rappresentanti della sanità privata. Il clima nei giorni scorsi si era parecchio surriscaldato con gli operatori già con l’ascia in mano (e le lettere degli avvocati compilate) per la mancata definizione dei tetti di spesa per l’anno 2020. Nel corso della riunione in Cittadella, gli erogatori privati hanno accettato di sottoscrivere una proroga fino alla fine di febbraio con le assegnazioni del 2019 (la somma massima acquistabile dal pubblico). Il motivo è semplice: uno degli ultimi decreti adottati dall’ex commissario Massimo Scura (sostanzialmente confermato da Saverio Cotticelli) impediva il rinnovo automatico dei contratti con i privati anno dopo anno. Così, anche per non trovarsi “scoperti” nei primi mesi del 2020, gli erogatori hanno deciso di accettare la proposta di “conferma” degli accordi (che poi saranno siglati con le singole Asp) alle vecchie condizioni. Da marzo si dovrebbe partire con nuovi criteri.
Dall’altro canto, infatti, è stato riconfermato l’impegno di rivisitare le precedenti assegnazioni che, per comune sentire, non sono più adeguate. La rivisitazione dovrebbe avvenire alla luce del nuovo programma operativo, tuttora in corso di validazione. Il mondo della sanità privata vale parecchi milioni di euro pubblici. Suddivise per le tre macro-aree più importanti: l’assistenza ospedaliera (case di cura), nel 2019, ha avuto assegnato un tetto di 188,4 milioni di euro; la territoriale (assistenza residenziale, semi-residenziale, Hospice…) 172,9 milioni e la specialistica ambulatoriale (laboratori) 67,4 milioni di euro. Altro aspetto da tenere in considerazione, nella rivisitazione degli acquisti delle prestazioni dai privati è l’incremento, a livello nazionale, delle risorse che potrebbe arrivare con la firma del nuovo Patto per la Salute.
Non è sfuggita a chi ha preso parte all'incontro l'assenza della componente "tecnica" della struttura commissariale. Affianco al generale Cotticelli non c'era infatti il sub-commissario Maria Crocco. L'ex dirigente in servizio in Abruzzo avrebbe idee più rigide nel rapporto con i privati ed una tendenza più "conservativa" sulle assegnazioni per il prossimo anno. Anzi, per dirla tutta Crocco sarebbe più propensa ad un taglio delle risorse. Se dovesse passare la sua linea si aprirebbe un nuovo "fronte" per la sanità calabrese.
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