di ANTONELLO TALERICO*
Dopo le dimissioni di Cotticelli ed il suo linciaggio mediatico, il dibattito si è concentrato su chi potesse succedere a colui che per via di un “malore” aveva “dimenticato” financo di aver già fatto un piano covid, comunque rimasto inattuato.
Senonchè, i nomi che sono stati proposti dalle varie “fazioni” (da Gino Strada a Bertolaso), più che essere la risoluzione dei nostri mali, sono la (ri)prova dei nostri limiti e della nostra mentalità mediocre.
Da un lato si contesta il commissariamento, dall’altro chiediamo a gran voce al Governo di nominare un commissario “straniero”. Se questo non è un complesso di inferiorità, poco ci manca.
Mi sarebbe piaciuto, invece, leggere comunicati stampa e opinioni accese per invocare con determinazione la fine del commissariamento ridando, così, dignità ed una vera sanità alla Nostra Regione ed a tutti Noi.
Ma forse è più comodo sparare un grande nome, di quelli su cui nessuno avrebbe, in astratto, nulla da ridire e, che potrebbe piacere alla massa, a prescindere dalla compatibilità rispetto all’obiettivo concreto da raggiungere.
Ecco questa è una mentalità che i cittadini calabresi NON devono e NON possono più permettersi di avere.
La Calabria, invece, ha bisogno di virtuosismi, ha bisogno di volare in alto, ha bisogno di cambiamento culturale e di mentalità, partendo proprio dal suo territorio, senza farci colonizzare, come scriveva qualcuno in questi giorni.
Sennonchè, ciò che è mancato a chi ha gestito la sanità in Calabria è stata la conoscenza della rete ospedaliera e del territorio, il coordinamento tra le strutture sanitarie (hub e spoke), l’adozione dei protocolli per l’assistenza domiciliare dei malati covid, l’attivazione delle USCA territoriali, le assunzioni e la formazione del personale, l’avvio di un tavolo tecnico di confronto per l’attuazione di un piano covid. Insomma l’abc !
In Calabria la riprova che non abbiamo bisogno di luminari o di curricula altisonanti, ce lo dice la storia di tutti i commissari che abbiamo avuto.
Ad esempio anche il curriculum del dott. Zuccatelli è di tutto rispetto, ma ciò non è bastato ad evitare le solite criticità, che con la pandemia si sono accentuate, sino ad esporci oggi a serio pericolo.
Difatti, oramai le unità operative del Pugliese-Ciaccio sono al collasso, anche per via dei plurimi casi positivi di sanitari e degenti, i posti letto per i malati covid sono oramai esauriti ed i nuovi spazi per allocare i nuovi posti ancora non sono stati allestiti, la terapia intensiva e subintensiva è ancora alla ricerca di soluzioni tempestive e sufficienti per i malati covid, le cure per le altre patologie (non covid) non sono più gestibili dall’hub locale, in quanto aumentano le condizioni di promiscuità e criticità nella gestione dei pazienti, che con l’accesso in Ospedale rischiano di rimanere contagiati.
Il Centro covid presso i locali di Villa Bianca è stato negato dallo stesso Zuccatelli, che aveva ipotizzato, forse, altre soluzioni con quali risultati? Catanzaro non è riuscita a dotarsi di alcun Centro covid ed è l’unica Regione d’Italia a non aver speso a non aver speso le ingenti risorse economiche disponibili per l’emergenza covid !
Lo stesso Zuccatelli è andato, poi, in contrasto - nella sua qualità di commissario dell’A.O. Mater Domini – financo con il Rettore dell’Università UMG di Catanzaro.
Si aggiunga, ancora, che lo stesso Zuccatelli, in qualità di Commissario dell’Asp di Cosenza, si è visto costretto a rassegnare le proprie dimissioni per non meglio precisati “motivi personali”, a dimostrazione di un difficile e sempre complicato rapporto con il territorio calabrese, con la sopravvenienza di una condizione di assoluta incompatibilità ambientale o perlomeno dell’opportunità di una sua sostituzione.
Ma poiché ci troviamo in Italia, anzi in Calabria, Zuccatelli viene nominato Commissario ad acta alla sanità in un territorio dove non è riuscito a brillare nella gestione di un hub e di un Asp, ora dovrà gestire la sanità nell’intera Regione!
Fine dell’ennesima triste storia della Regione Calabria, poiché nel frattempo a parte i pubblici proclami continuiamo a non avere novità in punto di assunzione di personale sanitario, di riorganizzazione e aumenti di posti letto, di attivazione dell’assistenza sanitaria domiciliare, nonostante il repentino aumento dei casi positivi.
*Avvocato
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