di GABRIELE RUBINO
Qualche giorno fa è stato pubblicato il Dca 140. Il generale Cotticelli ha infatti fissato gli obiettivi per l’unico, finora, commissario straordinario nominato attraverso il Decreto Calabria: Giuseppina Panizzoli dell’Annunziata di Cosenza. Una paginetta che servirà a valutare l’operato del manager lombardo. Fra le azioni previste è disposto testualmente: il «Contenimento, nel primo semestre 2020 e rispetto all'esercizio 2019, della spesa riferita a forniture di personale sanitario gravante sulla posta di Bilancio relativa a "Beni e Servizi", con riduzione di almeno il 50% della spesa medesima e ridistribuzione, per quanto necessario, sulla posta di Bilancio relativa a personale a gestione diretta nel limite del tetto di spesa fissato per l'Azienda Ospedaliera». I termini tecnici probabilmente tradiscono l’esistenza di un grosso “equivoco” di fondo.
Si sta chiedendo al commissario Panizzoli di ridurre la voce di costo, fuori posto, che l’Annunziata spende ogni anno per il personale somministrato (all'esterno) e la quota rimanente di “spostarla” in quella più adatta. Letto questo passaggio con un pizzico di attenzione significa che per anni il bilancio dell’ospedale di Cosenza potenzialmente aveva qualcosa che non tornava. E non è una bazzecola, visto che se la somma per il personale somministrato viene fatta rientrare in quella propria del personale è soggetta, al pari di ogni altra Asp o azienda ospedaliera, ai famosi tetti di spesa sul personale. La domanda che sorge spontanea è se ci sia stata qualche forma di elusione a questi vincoli, attraverso il ricorso ai lavoratori somministrati non contabilizzati come vero e proprio personale ma come “Beni e Servizi”. Il rischio bubbone dei servizi esternalizzati è più grave del previsto. Fra il personale somministrato ci sono anche i famosi dipendenti della cooperativa che sono impiegati fra il Call center, il Cup, il centralino telefonico ed altri servizi. Decine e decine di unità. E siccome i problemi si accavallano, in questi giorni divampa la polemica sul concorso degli operatori del Call center (su cui sono intervenuti i parlamentari Sapia e Ferro), bandito nel 2016, che in parte dovrebbe arginare il problema. Ma comunque fino alla curva visto che il numero dei posti messo a concorso è insufficiente a coprire il contingente dei somministrati.
E veniamo ai fatti di più stretta attualità. L'appalto con dentro i lavoratori somministrati, stando agli atti aziendali, è stato prolungato fino al 31 agosto 2019, l’ultima consentita dalla legge. Infatti, con la delibera n. 93 dell’8 marzo del 2019 c’è stata l’ultima proroga tecnica possibile fino ad agosto, per circa 540 mila euro per sei mesi. Prima ancora, ce n’era stata un’altra fino a febbraio 2019 (di dodici mesi) con la delibera 187 del 2018. Dal 31 agosto 2019 c’è un enorme buco nero, eppure il servizio con i lavoratori somministrati al Call center e al Cup risulta, ad oggi, operativo nell’azienda. Tanto è vero che due giorni addietro Panizzoli avrebbe chiesto soccorso a Cotticelli con una nota in cui chiedeva al generale l’ulteriore proroga almeno fino al 31 dicembre, fino all’espletamento del concorso del Call center e fino all’avvio della nuova gara. Finora però non si è capito come da agosto ad oggi nessuno se ne fosse accorto.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736