Sanità/ Nuova rete ospedaliera? No, resta quella vecchia. Nel Programma operativo "silenzio" sull'azienda unica di Catanzaro

di GABRIELE RUBINO

Una ricognizione con dati del 2017, nessuna decisione concreta, anzi un rinvio fra quasi due anni. Il nuovo Programma Operativo 2019-21 (LEGGI QUI il focus sul personale) è assolutamente avaro di novità sostanziali sulla rete ospedaliera calabrese. Doveva essere la spina dorsale del provvedimento adottato nelle scorse ore dai commissari della sanità calabrese Cotticelli e Crocco, invece è una melina.

Resterà, quindi, la “vecchia rete”, quella disegnata con il Dca 64 del 5 luglio 2016. Oltre tre anni e mezzo fa. Non c’è traccia sul destino degli ospedali più “in bilico” del servizio sanitario calabrese come Locri, Polistena, Soveria Mannelli e Cetraro: se rafforzarli o riconvertirli o sospendere alcune attività. O riaprirne altri, come quello di Trebisacce. O rigenerarli, come parecchi spoke in affanno (vedi ultimamente il Giovanni Paolo II di Lamezia Terme). Così come è calato il silenzio sull’azienda unica di Catanzaro. Non c’è nemmeno una citazione sul progetto che rappresentava l’architrave del piano dell’ex commissario Massimo Scura. Citazione che c’era nella primissima bozza del documento inviata nell’estate del 2019. Eppure, il governo giallorosso ha nominato un commissario unico, Giuseppe Zuccatelli, per Pugliese-Ciaccio e per Mater Domini che in teoria dovrebbe avviare l'integrazione.

In ogni caso “l’Eventuale aggiornamento della rete ospedaliera”, così è richiamata nel documento, è posticipata a dicembre 2021. Prima, entro ottobre 2020, è previsto un apposito decreto per la riduzione delle prestazioni non appropriate. Altro grande rinvio è sul punto nascite. Il nuovo Programma Operativo è come se fosse senza nomi e cognomi.

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