Sant'Anna Hospital, lo spiraglio: completate le verifiche tecniche sui requisiti di accreditamento

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Sant'Anna hospital di Catanzaro

L'Organismo tecnicamente accreditante ha trasmesso il verbale al dg del dipartimento Tutela della Salute (che però non è in Calabria). Il nuovo documento potrebbe essere un passo verso la risoluzione della vicenda

  25 dicembre 2020 16:06

di GABRIELE RUBINO

Clinica nel baratro, dipendenti disperati e futuro incertissimo. Nessuno avrebbe scommesso che nel giro di pochi mesi la struttura privata più importante della Calabria si trovasse a Natale sull'orlo del precipizio, eppure è quanto accaduto nelle ultime ore. La vicenda del Sant'Anna Hospital di Catanzaro diventa sempre più intricata. Ieri l'Asp ha 'mostrato le carte' con una comunicazione in cui si lasciava intravedere il motivo per cui la struttura non è stata contrattualizzata nel 2020 'congelando' i 29 milioni di finanziamento pubblico assegnato dalla Regione, fatto che ha provocato la crisi di liquidità. 'Non risultando rinnovato l'accreditamento né comunicazioni da parte dei competenti uffici regionali', Sant'Anna non potrebbe più erogare prestazioni sanitarie a carico delle finanze pubbliche. Ma i documenti chiave per sbrogliare la matassa potrebbero presto arrivare.  

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L'azienda sanitaria provinciale in realtà era deputata a verificare la sussistenza dei requisiti dell'autorizzazione. Il parere, rilasciato dall'apposita commissione dell'Asp, è stato sostanzialmente favorevole con alcune prescrizioni su alcune criticità da sanare nel giro di un mese (LEGGI QUI). Tutti elementi, sarebbe precisato nel verbale, che non pregiudicherebbero la salute dei pazienti. Ma l'autorizzazione è solo la pre-condizione dell'accreditamento.

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Da quanto appreso da La Nuova Calabria, l'Asp non sarebbe stata l'unica ad essersi mossa nella giornata di ieri. L'Ota (organismo tecnicamente accreditante, istituito nel 2019) ha fatto la sua parte, trasmettendo, dopo le verifiche tecniche sul mantenimento dei requisiti di accreditamento, il verbale con l'esito degli accertamenti. Documento finito alla direzione generale del dipartimento Tutela della Salute. Non è chiaro se la segreteria di Francesco Bevere abbia poi inoltrato il documento ai diretti interessati (Asp e struttura privata), quel che risulta è che da qualche giorno - nel bel mezzo di questa bufera- il manager non si trova in Calabria avendo delegato temporaneamente le funzioni al dirigente regionale Giacomino Brancati fino alla fine dell'anno. Resta il fatto che il verbale dell'Ota adesso c'è e dovrebbe essere favorevole, seppure con 'raccomandazioni'. 

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La posizione dell'Asp è la seguente: la Regione non ha mai comunicato il rinnovo dell'accreditamento e quindi non si può stipulare il contratto 2020. Non si tratterebbe di sospensione o revoca, bensì di accreditamento 'scaduto'. La stessa Regione ha confermato all'Asp che l'ultimo provvedimento risale al 2014. La durata è triennale, da qui la conclusione che sarebbe spirato nel 2017. Ci si è accorti di tutto questo solo dopo l'operazione Cuore Matto. Come salvare i posti di lavoro? Visto che arrivare al Decreto del commissario ad acta di rinnovo dell'accreditamento potrebbe richiedere oltre un mese - vanno prima risolte le criticità emerse nei verbali-, l'ipotesi potrebbe essere quella dell'accreditamento provvisorio per qualche mese. Questo consentirebbe alla clinica di proseguire con le prestazioni sanitarie e di essere remunerata (alle condizioni di budget dell'ultimo contratto firmato o almeno in una percentuale dello stesso) salvando così i posti di lavoro e poi ripartire. 

 

 

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