di GABRIELE RUBINO
Il bubbone del Sant'Anna Hospital è l'ultima grana in ordine di tempo dell'ennesimo anno complicato per la sanità calabrese. La principale clinica regionale ha da giorni comunicato lo stop delle attività a partire dal 28 dicembre. La crisi di liquidità che ha messo in ginocchio la struttura privata deriva non tanto e non solo dall'inchiesta 'Cuore Matto' (al sequestro da 10,5 milioni è seguito il dissequestro di 7,5 milioni, anche se non si sa se effettivamente recuperabili perché i cespiti sono difficilmente distinguibili), ma piuttosto dalle sue conseguenze: la verifica sull'autorizzazione e l'accreditamento della clinica.
LE PRESCRIZIONI DELLA COMMISSIONE ASP SULL'AUTORIZZAZIONE- L'Asp di Catanzaro, guidata dalla terna prefettizia, ha voluto sondare altri campi. Come rivelato un mese fa da La Nuova Calabria (LEGGI QUI), è scattata la verifica sul possesso dei requisiti di autorizzazione e di accreditamento. Ambedue sono condizioni essenziali affinché una struttura privata calabrese firmi un contratto con l'Asp territorialmente competente per l'acquisto delle prestazioni stabilite a livello regionale. Il primo step è stato completato. La commissione 'tecnica' dell'Asp che ha verificato i requisiti di autorizzazione ha sostanzialmente richiesto la riduzione di un posto letto nell'Utic e la creazione degli spogliatoi maschili, l'utilizzo di particolari tappeti in grado di trattenere materiale infettante e la revisione del percorso sporco-pulito nelle camere operatorie. Non ostacoli insormontabili.
IL 'VUOTO' SULL'ACCREDITAMENTO- Ma tutto questo non basta. Serve anche la verifica sull'accreditamento. E qui la vicenda si fa paradossale. La scoperta è stata che la verifica che si fa ogni tre anni non sarebbe stata effettuata. Da qui il controllo a ritroso fino al 2017. In questo caso l'Asp non è competente, ma entra in gioco un particolare organismo regionale. L'OTA, l'organismo tecnicamente accreditante. Ad oggi non ci sarebbe stato alcun riscontro, da qui l'impossibilità di sottoscrivere il contratto e quindi liquidare le spettanze. Sant'Anna Hospital ha un tetto di finanziamento assegnato dalla struttura commissariale di poco inferiore ai 29 milioni di euro, ma senza accordo e senza accreditamento non può beccare nemmeno un quattrino ancorché abbia erogato prestazioni validate (almeno per metà anno) dalla stessa Asp di Catanzaro.
LE ALTRE SPINE- Questa è la principale partita. Ma dalle parti dell'Asp non hanno mai mancato di ricordare anche la famosa vicenda del "doppio pagamento", in cui c'è in mezzo una società di cartolarizzazione, (LEGGI QUI I DETTAGLI) per cui l'ente pubblico chiede indietro alla struttura privata la bellezza di 17 milioni di euro. Non proprio il pensiero di chi dovrebbe dare i soldi all'altro. Semmai il contrario.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736