Scandalo nella sanità. L’Asp di Catanzaro presta dipendenti alla Regione e li paga oltre mezzo milione. Adesso li "richiama"

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L'ingresso dell'Asp di Catanzaro e dell'ex Pugliese (dove c'è una parte rilevante di amministrativi della Dulbecco)
  13 ottobre 2019 19:39

di GABRIELE RUBINO

L’Asp di Catanzaro ha difficoltà a gestire alcuni servizi territoriali, un macroscopico e crescente problema di tenuta dei conti, da un mese è stata sciolta per infiltrazioni mafiose, però riesce nel miracolo di “prestare” alcuni suoi dipendenti alla Regione. Non solo amministrativi, ma anche infermieri e medici lavorano dietro le scrivanie del dipartimento regionale di Tutela della Salute ma sono pagati dall’Asp: costano oltre mezzo milione di euro all’anno. È la sanità dei paradossi.

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I COMMISSARI PREFETTIZI DELL’ASP RICHIAMANO I “PRESTATI” ALLA REGIONE: COSTANO 531 MILA EURO ALL’ANNO- Gli “utilizzati” dell’Asp catanzarese, il termine dell’istituto giuridico che consente il prestito da un ente all’altro, sarebbero dodici: due infermieri, cinque collaboratori amministrativi, un coadiutore amministrativo, due sanitari tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, un assistente amministrativo e un medico. Questo almeno è l’elenco inviato in una recente comunicazione della terna prefettizia in cui si chiede il rientro alla base. L’ultimo disavanzo di bilancio (non ancora approvato) arriva a circa – 52 milioni di euro, ai commissari “pagare” 531 mila euro all’anno ( quasi 41 mila euro al mese) per i dipendenti in prestito alla Regione (e che non lavorano quindi per l’Asp) deve essere sembrato troppo e così lo hanno comunicato al dipartimento di Tutela della Salute. All’interno del contingente “utilizzato” ci sono figure diventate pressoché insostituibili per la Regione, come ad esempio una figura amministrativa del settore 5 (Controllo di gestione).

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BRUTTE NOTIZIE PER ALTRI “UTLIZZATI”- Il “richiamo” dei commissari prefettizi, finora, non sembra aver turbato gli animi in Cittadella. Anche se per gli utilizzati (sono oltre una quarantina in tutto) nell’assessorato regionale della Sanità non sono giorni per niente facili. I prestati dal Pugliese-Ciaccio (che ne fornisce un discreto numero), non torneranno indietro, ma sono stati avvertiti dalla “casa-madre” che restando in Regione non riceveranno più il pagamento degli straordinari e delle premialità. Non ci sono più gli utilizzi di una volta.

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