di EDOARDO CORASANITI
Iniziano domani gli interrogatori di garanzia. E' fissato alle 08.30 al Tribunale di Catanzaro quello dell'avvocato Giancarlo Pittelli, finito in carcere a seguito dell'operazione "Scott Rinascita" che ieri mattina ha portato all'arresto di 334 persone, disarticolando le organizzazioni di ‘ndrangheta del Vibonese con a capo la cosca Mancuso di Limbadi (LEGGI QUI TUTTI I NOMI).
Accompagnato dagli avvocati Guido Contestabile e Salvatore Staiano, l'ex senatore di Forza Italia attualmente detenuto nell'istituto penitenziario di Catanzaro si troverà di fronte ad una scelta: rispondere alle domande del Gip oppure avvalersi della facoltà di non rispondere.
Pittelli è indagato per il reato di associazione mafiosa, ai sensi dell'articolo 416 bis del codice penale. Ad attribuirglielo è il Gip nell'ordinanza di custodia cautelare.
La procura, invece, nella richiesta di applicazione della misura cautelare di oltre 12 mila pagine si è fermata a concorso esterno, avanzando in ogni caso la richiesta di farlo finire in carcere. Per i magistrati inquirenti, infatti, "il legale, pur senza farne formalmente parte, contribuisce al rafforzamento alla conservazione ed alla realizzazione degli scopi dell'associazione dei Mancuso". Un ruolo importante, insomma, ma non tale da ritenerlo un membro della criminalità organizzata.
Chi la pensa diversamente è il giudice dell'indagine preliminare Barbara Saccà che nell'ordinanza decide per la riqualificazione e aggravamento del reato: non esterno ma membro a tutti gli effetti dell'associazione mafiosa.
E' un particolare procedimentale e di merito non di poco conto, più pesante e più grave rispetto a quanto sostenuto dalla Procura guidata da Nicola Gratteri. Un particolare su cui la difesa potrebbe concentrarsi già da subito per sostenere le proprie tesi di fronte ai giudici e ammorbidire la posizione dell'ex senatore.
Domani è il turno dell'interrogatorio; nei prossimi giorni, se gli avvocati dovessero presentare domanda di riesame, la palla passerà al Tribunale della Libertà, che dovrà decidere sulle esigenze cautelari e sui gravi indizi di colpevolezza che hanno determinato la scelta di spedirlo in carcere.
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