Screening mammografico, boom di adesioni nel distretto Esaro-Pollino
L’esperimento con i medici di base convince le pazienti e porta l’ASP di Cosenza oltre le attese: ora il modello si estende ad altri distretti
08 settembre 2025 17:51
«È stata la scelta giusta – commenta Martino Rizzo, direttore sanitario dell’ASP di Cosenza –. Per la prima volta siamo andati oltre i valori previsti. I medici di medicina generale, organizzati in Aggregazioni Territoriali Funzionali (AFT), hanno fatto la differenza: hanno condiviso l’obiettivo, individuato le pazienti, le hanno informate, convinte, inserite in liste di prenotazione e seguite nell’intero percorso di adesione. Una rete di prossimità che ci ha permesso di abbattere barriere culturali e logistiche». Rizzo spiega come l’esperimento sia nato dalla consapevolezza che le sole campagne tradizionali non bastavano. «Abbiamo fatto un accordo con Komen Italia – racconta – che ci ha messo a disposizione la Carovana della Prevenzione, con mezzi mobili attrezzati. Questo ci ha permesso di avvicinarci ai piccoli comuni, senza costringere le donne a spostarsi verso i pochi centri attivi della provincia di Cosenza. L’iniziativa ha funzionato, ma non abbastanza: l’adesione restava sotto le aspettative. Così abbiamo deciso di coinvolgere i medici di famiglia che hanno messo a disposizione sé stessi e la loro capacità organizzativa digitale». Il passo successivo ha fatto scattare la svolta. «Grazie ai medici, la percentuale di partecipazione è schizzata in alto. Per la Calabria è un traguardo storico».
Una nuova organizzazione sul territorio
Il modello Esaro-Pollino ha mostrato che il problema non era soltanto l’offerta di screening, ma la modalità con cui veniva proposto. Le pazienti, spesso diffidenti o poco informate, tendevano a rimandare. A contare, dunque, non era solo la disponibilità di mammografi o di strutture, ma la capacità di instaurare un rapporto diretto, fidato, personalizzato. Qui è entrata in gioco la figura del medico di medicina generale e della sua modello organizzativo digitale, unico interlocutore sanitario quotidiano di gran parte delle famiglie. Grazie al supporto offerto al medico dalla piattaforma digitale di AFT nella stratificazione preliminare di eleggibilità, il contatto diretto, le chiamate, gli inviti personalizzati, la spiegazione chiara dei benefici, è stato possibile abbattere resistenze e paure e semplificare la prenotazione dei medici nelle agende predisposte sulla loro piattaforma di AFT. Un’azione capillare che ha portato a un aumento significativo della domanda di screening, subito tradotto in numeri grazie a una rete di mammografi potenziata con fondi PNRR. L’ASP ha sfruttato i finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per ammodernare i macchinari. «Abbiamo sostituito i vecchi mammografi con apparecchi di ultima generazione – spiega Rizzo –. Oggi abbiamo dieci mammografi, distribuiti su più presidi. L’innovazione tecnologica, unita alla diffusione territoriale dei punti di accesso, ha ridotto le disuguaglianze tra chi vive in città e chi abita nei paesi montani o nelle aree interne.
Dall’esperimento alla replicazione
Il successo del distretto Esaro-Pollino non resterà isolato. L’ASP di Cosenza ha deciso di replicare il modello anche negli altri distretti, con l’obiettivo di alzare in maniera stabile la quota di donne che aderiscono. «Abbiamo finalmente un metodo che funziona – ha affermato la coordinatrice dei distretti sanitari dell’Asp di Cosenza Angela Riccetti –. Ora lo estenderemo, certi che porterà gli stessi benefici anche altrove. Non è solo una questione di numeri: stiamo cambiando mentalità, costruendo fiducia e avvicinando la prevenzione alla vita quotidiana delle persone». «L’attuazione della nuova organizzazione territoriale del medici di famiglia con le AFT – sottolinea il rappresentante provinciale FIMMG dei medici di famiglia dell’Asp di Cosenza Antonio D’Ingianna – è stata la chiave di svolta per il nostro coinvolgimento attivo nella proposta di adesione, grazie anche alla disponibilità già operante della piattaforma digitale di AFT Net Medica Italia, per supportare le funzionalità clinico-assistenziali e organizzative del nostro lavoro e che abbiamo scelto di mettere a disposizione dell’Asp di Cosenza».
Gli altri screening: carcinoma e colon
L’ASP sta lavorando anche per recuperare terreno sugli altri screening oncologici, quelli dedicati al carcinoma del collo dell’utero e al tumore del colon, puntando anche in questo caso sul coinvolgimento attivo dei medici di famiglia nella proposta e adesione. Per quanto riguarda lo screening del collo dell’utero, è stato attivato un protocollo con l’Azienda Ospedaliera per garantire l’HPV test, una metodica innovativa capace di individuare direttamente il DNA del virus. Dopo un ritardo iniziale, dovuto all’incompatibilità dei sistemi informatici tra le due aziende, l’integrazione è stata completata e la campagna è pronta a decollare. Più complessa la partita del colon. Se per il primo livello, la ricerca del sangue occulto, sono stati acquistati nuovi strumenti e ampliata la rete dei laboratori, il problema resta il secondo livello: la disponibilità di colonoscopie. «Abbiamo pochi specialisti – ammette Rizzo –. Stiamo cercando di ampliare l’offerta con prestazioni aggiuntive, ma ci vorrà tempo». Tra le idee allo studio c’è anche la possibilità di recapitare le provette direttamente a casa degli aventi diritto, con ritiro affidato a Poste Italiane. Un modo per semplificare l’adesione, accorciare i tempi e ridurre i mancati follow-up.