Scuola/Il dibattito. La docente di Cosenza, Maria Elena Santoro: "Unità di apprendimento a distanza (Udad):  più  “tecnica” o “tecnologia”?"

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images Scuola/Il dibattito. La docente di Cosenza, Maria Elena Santoro: "Unità di apprendimento a distanza (Udad):  più  “tecnica” o “tecnologia”?"
La docente Maria Elena Santoro
  13 maggio 2020 14:41

di MARIA ELENA SANTORO*

Nel  contesto emergenziale, delineatosi nel marzo 2020 e che ha inciso notevolmente sulle libertà fondamentali riconosciute dal testo costituzionale, il COVID-19 ha, di fatto, messo in rilievo la fragilità dell’uomo, destabilizzando processi economici e quasi quasi l’ordine geo-politico mondiale.

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John Lennon affermava: “Finirà bene e, se non è ancora bene, vuol dire che non siamo alla fine!”

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E’ legittimo, però, chiedersi in che “misura” finirà bene, a fronte di tante morti e “quando”, se tuttora si è in bilico tra il “segno” delle perdite in ogni senso subite e il “sogno” di sconfiggere il terribile virus.

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Altrettanto  emergenziale è stata la DAD con cui la scuola ha risposto, motivata dal suo impegno responsabile, nel continuare  a svolgere il suo ruolo sociale e educativo, rimanendo così intatta la sua funzione di presidio civile. In modo repentino, ha saputo collegare il rassicurante ambiente classe alla connessione, il fare scuola al non essere a scuola, la vicinanza alla distanza. Si parla di innovazione, ma in realtà è iniziato, da tempo,  un significativo  processo di cambiamento, che la riguarda: la scuola non è più centralistica, verticistica e burocratica e porta avanti una didattica flessibile, pertinente, esperenziale, inclusiva.

Certo, notevoli sono le opportunità dell’e-learning  grazie,  in questo momento, a piattaforme da Google a Microsoft  che rappresentano la “tecnologia”, ma, ormai superata l’etichetta di “agenzia di trasmissione di saperi consolidati” , si è delineata una didattica in cui il docente è regista e mediatore in un processo in cui è centrale l’alunno. Fondamentale è la “tecnica” nel promuovere lo sviluppo cognitivo, complesso e sotteso da schemi di pensiero, riconducibile a esperienze che mobilitano e integrano conoscenze, abilità e inclinazioni. La sfida è il pensiero critico, con conoscenze interiorizzate che si traducono in comportamenti efficaci e quindi competitivi in funzione della cittadinanza attiva, questo realizzando un continuo processo di negoziazione e, quindi,  in un ambito di “ costruttivismo e socio-costruttivismo”.

Con la scrittura collaborativa, il pensiero coerente di Sites, le possibili presentazioni oltre PowerPoint, la ricerca diffusa e oceanica di  Chrome, Edge, Firefox, Safari e Dolphin,  la “tecnologia”  ha fatto acquisire nuova linfa al concetto di “Learning Environment” che trova ampio spazio in ambito costruttivista. La visione ”isolata io-rete” in cui l’interazione con gli altri è parte integrante dell’ambiente, viene  superata con l’idea di “comunità di apprendimento”, una realtà sociale che si stabilisce lavorando insieme a un progetto, in cui più persone si supportano vicendevolmente e, quindi, le risorse non sono solo gli strumenti di informazione e i dispositivi di apprendimento, ma anche ciascun individuo, risorsa per sé e per gli altri. Allora il docente è un facilitatore, il progetto formativo e insieme il processo di crescita si realizzano nello “stare insieme”.

 E’ questa la vera “forza”. E’ vero,  la scuola ha cercato e avuto la forza di mettersi in gioco ulteriormente e digitalmente, anche con una visibilità cui non era abituata, ma è altrettanto vero che è la forza dello “stare uniti”, in un’interazione reciproca  0tale da sviluppare vitale energia, ad avere cercato la scuola!

*docente di Diritto ed Economia politica IIS  Pezzullo- Quasimodo – Serra- Cosenza

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