Se a Catanzaro il consigliere partecipa al concorso del suo stesso Comune

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  28 agosto 2019 02:41

di GABRIELE RUBINO

Non sono più i tempi di una volta. Fare politica, soprattutto negli enti locali, evidentemente non renda abbastanza. Un consigliere comunale di Catanzaro, fra gettoni nelle commissioni e riunioni dell’assemblea municipale, porta a casa in media fra i 700 e gli 800 euro al mese. Alcuni si accontentano (magari arrotondando con altri incarichi in strutture politiche), altri mantengono il proprio lavoro al di fuori della politica mentre altri ancora cercano qualcosa di diverso: magari un posto pubblico. Così capita l’opportunità di un concorso e si decide di partecipare. L’unico peccato è che si tratta di una selezione del comune, lo stesso di cui si è consigliere. Palazzo De Nobili, a marzo, ha bandito un concorso per la copertura di 10 posti da istruttore contabile. Nell’elenco dei circa 1600 ammessi alla preselezione figura un’eletta delle amministrative del 2017. Francesca Carlotta Celi, del gruppo di Forza Italia, è fra i convocati alla prova preselettiva, che si terrà all’Auditorium Casalinuovo il prossimo 17 settembre, con la speranza di diventare un istruttore contabile al Comune di Catanzaro.

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Al netto delle insindacabili scelte personali, è di tutta evidenza che c’è un macroscopico problema di opportunità. Celi dovrebbe essere “esaminata” per conto di un ente pubblico in cui veste già la carica di amministratore. Il controllore diventerebbe il controllato. E per giunta, nel caso in cui dovesse risultare idonea a ricoprire l’incarico di funzionario comunale, con un contratto part time e a tempo indeterminato, rischierebbe seriamente di incappare in uno dei casi di incompatibilità previsto dal Testo unico degli Enti locali (Tuel). Il testo sacro delle pubbliche amministrazioni dispone la non eleggibilità a varie cariche elettive se si è dipendenti del comune “per i rispettivi consigli”.  In questo caso il potenziale conflitto nascerebbe durante l'espletamento del mandato. Per capire l'entità del paradosso, il dipendente-consigliere potrebbe predisporre un atto amministrativo che poi si auto-voterebbe nell'esercizio della carica elettiva.  

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Non conosciamo le future scelte dell’attuale membro del civico consesso. Ad ogni modo, se Celi prosegue con il concorso il rischio è di creare un serio problema di credibilità attorno all'intera procedura (cosa diranno gli altri candidati se devono gareggiare con un consigliere comunale?) e poi eventualmente dovrebbe fare i conti con i dettami del Tuel. Se, al contrario, decide di ritirare la propria candidatura da funzionario e mantenere senza complicazioni la carica di consigliere del comune capoluogo di Regione, allora avrà buttato via dieci euro per l’iscrizione alla selezione e il tempo per compilare la domanda. E poi magari si chiederà se la partecipazione al concorso del "suo" comune sia stata davvero una scelta azzeccata.

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