Venerdì scorso il rettore dell'UMG ha inviato una lettera al commissario della Dulbecco sul progetto del pronto soccorso a Germaneto. Critiche per la previsione di trasferimenti in altri presidi e perché il presidio Mater Domini non è stato inserito nella rete per il trattamento dell'ictus cerebrale
19 dicembre 2023 16:14di GABRIELE RUBINO
E’ una fase interlocutoria per il progetto del secondo pronto soccorso a Catanzaro. Quello che, stando al protocollo d’intesa Regione-UMG che ha portato alla nascita dell’Aou ‘Renato Dulbecco’, dovrà nascere al Policlinico. La Nuova Calabria aveva dato conto della definizione dello stesso da parte dei vertici Dulbecco (LEGGI QUI) tuttavia, a quanto pare, l’università ha importanti censure sullo stesso. Non che non ci siano state interlocuzioni, infatti rispetto alla prima versione sarebbero state integrate le attività di Urologia e Ortopedia ma per l'UMG c'è qualcosa che non va. Il succo della questione è la non previsione della Stroke unit per il trattamento dell'ictus cerebrale, tanto da fargli dichiarare che "non è stata raggiunta l'intesa".
LA LETTERA DEL RETTORE CUDA ALLA CARBONE. CONTESTATA L'IPOTESI DI TRASFERIMENTO DAL NUOVO PRONTO SOCCORSO IN ALTRI PRESIDI- Il dissapore è stato esplicato dal rettore dell’UMG Giovanni Cuda con una lettera inviata, venerdì scorso, al commissario straordinario Simona Carbone. Secondo il rettore lo studio di fattibilità “presenta elementi di scarsa chiarezza sulla gestione dell’emergenza da parte del presidio Mater Domini che operare anche attraverso ‘eventuali trasferimenti secondari urgenti e la trasmissione di immagini e dati”. “Non è chiaro – prosegue il rettore – perché il management aziendale immagina il pronto soccorso del presidio ospedaliero Mater Domini una postazione dove gli ammalati vengono visitati ed eventualmente trasferiti in altri presidi”. Per Cuda: “Questa visione di un pronto soccorso come momento di cure transitorie rende il presidio Mater Domini una struttura di basso livello che per espletare bene le funzioni di urgenza dovrà spesso utilizzare il trasferimento di pazienti in altre sedi. Trasferimento che potrebbe essere causa in molti casi di severe complicanze con perdita di benefici terapeutici specie nel caso di ammalati con patologie gravi e complesse”. In sostanza, la lamentela del rettore riguarda il fatto che il progetto elaborato dalla ‘Dulbecco’ presupponga che in determinati casi il pronto soccorso del Policlinico potrebbe essere non auto-sufficiente ma, giusto per fare nomi, sarà necessario il trasferimento di pazienti al presidio del Pugliese.
IL TASTO DOLENTE DELLA NON INCLUSIONE NELLA RETE DELL'ICTUS E LA MANCATA PREVISIONE DELLA STROKE UNIT- Ma il nocciolo della doglianza rettore è “l’esclusione dal pronto soccorso del presidio ospedaliero Mater Domini di alcune emergenze tempo-dipendenti di grande rilevanza come l’ictus cerebrale”. Nell’elaborato della Dulbecco, al Policlinico si svolgeranno le sole funzioni di accettazione per patologie a maggiore complessità che non rientrano nella gestione delle urgenze afferenti alle reti tempo-dipendenti (con eccezione della Sca). “Non possiamo non rilevare - commenta Cuda - che questa incomprensibile limitazione del pronto soccorso del presidio Mater Domini determina un grave danno di immagine alla struttura universitaria tenuta fuori dalle grandi patologie urgenti tempo-dipendenti. Questo modello proposto senza una valida ragione risulta non solo pericoloso per gli ammalti ma anche per gli operatori sanitari afferenti al presidio Mater Domini che ‘non possono gestire patologie urgenti come l’ictus cerebrale ma devono comunque garantire in un ambiente privo delle necessarie struttura assistenziali (Stroke unit di 1 livello) accettazione, eventuale ricovero, stabilizzazione, trattamenti terapeutici ai pazienti per essere sottoposti a trattamenti di fibrinolisi o endovascolari".
LE DOMANDE DI CUDA AL COMMISSARIO DELLA DULBECCO- Cuda quasi interroga la Carbone: "Perché lo stesso modello delle Sca non può essere applicato anche all’ictus? Perché gli ammalati con ictus (specie quelli di provenienza dalla fascia ionica calabrese) che hanno tempo strettissimi (poche ore dall’insorgenza della malattia) per ottenere terapie salvavita devono per forza raggiungere il Pugliese saltando il presidio Mater Domini col rischio di vedere sfumare la loro possibilità di salvezza e di recupero? Secondo Cuda il Policlinico “possiede tutte le competenze cliniche e strumentali previste dal Dm 70/2015 per il suo inserimento nelle reti tempo-dipendenti per l’ictus". Su tutti, la presenza della Neuroradiologia diagnostica h 24.
IL RETTORE CHIEDE LA RETTIFICA DEL DOCUMENTO E UN INCONTRO CON LA REGIONE PER LA STROKE UNIT- Il rettore arriva all'aut aut. "Dal momento che su questo punto non si è raggiunta una condivisione di intenti con l’Università devo chiedere di rettificare quanto dettagliato nelle proposta di pronto soccorso. Esplicitando chiaramente che il pronto soccorso del Mater Domini non potrà accogliere i pazienti con ictus in nessun caso, dunque neanche quelli non eleggibili o che si trovino al di fuori dei tempi previsti per interventi di fibrinolisi o endovascolari". E ancora: "Non si è raggiunta la necessaria intesa per cui l’università avanzerà formale richiesta alla Regione di un incontro urgente al fine di preservare il presidio Mater Domini da ingiuste penalizzazioni, includendo la stroke unit di primo livello e l’afferenza alla rete tempo-dipendente per l’ictus".
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