di STEFANIA PAPALEO
Paziente deceduto? Becchino e via, senza neanche un medico a constatarne la causa, per la fretta di anticipare la sepoltura sincronizzando il funerale ad uso e consumo. Sepolto, in sintesi, senza accertamento necroscopico. E adesso c’è chi rilancia l’ipotesi di una cupola che gestisce il caro estinto e coinvolge molte delle onoranze funebri operanti sul territorio.
Di questo almeno è convinto un medico convenzionato della provincia di Catanzaro, che, davanti all’ennesimo caso in cui gli è stato impedito di accertare le cause della morte di un proprio paziente e redigere, secondo gli articoli di legge, le certificazioni di decesso su modello Istat come da regolamento di polizia mortuaria, ha deciso di varcare l’uscio della stazione dei carabinieri e denunciare tutte le presunte irregolarità ravvisate rispetto al comprensorio di appartenenza.
In un dettagliato esposto, infatti, il medico in questione sostiene anche che la scheda di denuncia morte, che deve essere obbligatoriamente compilata da parte del medico curante, in più occasioni, a sua insaputa, è stata compilata da personale medico non autorizzato secondo regolamento della polizia mortuaria, “su presunta indicazione del responsabile delle onoranze funebri del comune in cui si è verificato il decesso e che, peraltro, è anche dipendente comunale”.
Da qui la decisione del denunciante di identificare il sanitario che si è prestato alla condotta “incriminata”, con un accesso agli atti proposto lo scorso 8 agosto al Comune in questione, nella persona del responsabile del Servizio ufficio Anagrafe, chiamato a fornire tutti i documenti che il medico, a sua volta, trasmetterà ai carabinieri per farli integrare alla denuncia destinata a finire al vaglio della Procura della Repubblica di Catanzaro.
Lì dove già pende un’inchiesta che ruota intorno ad analoghi episodi e finalizzata a far luce proprio su eventuali ruoli e responsabilità legati al mancato accertamento, da parte dei medici competenti, delle cause di vari decessi. Inchiesta che ora potrebbe trarre nuova linfa dalla denuncia presentata dal medico dell'Asl di Catanzaro.
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