Aggiornamento- È un trentenne di Luzzi, in provincia di Cosenza, che ha anche imparato a parlare bene l'arabo, l'uomo arrestato dalla Polizia in esecuzione di un'ordinanza del Gip su richiesta della Dda di Catanzaro, per auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale. L'uomo, con barba lunga e folta, che anche negli atteggiamenti si ispira all'islamismo, è stato rintracciato nella propria abitazione, portato in Questura a Cosenza e poi immediatamente trasferito.
Nella mattinata odierna la Polizia di Stato, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Catanzaro nei confronti di un cittadino Italiano residente in Provincia di Cosenza, ritenuto responsabile del reato di auto-addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale ( art. 270 quinquies del codice penale).
Il provvedimento trae origine dalle attività investigativa condotte dalla DIGOS Distrettuale di Catanzaro e di Cosenza, dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della DCPP/UCIGOS, dirette e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Catanzaro, con il Procuratore della Repubblica Nicola GRATTERI, il Procuratore Aggiunto Vincenzo CAPOMOLLA e il Sostituto Procuratore Graziella VISCOMI.
L’indagine è stata avviata in relazione alla segnalazione, acquisita in ambito di collaborazione internazionale, concernente la condivisione, su una piattaforma digitale di contenuti, in lingua araba, di propaganda del terrorismo di matrice jihadista.
Gli approfondimenti di tipo tradizionale svolti dalla DIGOS Distrettuale di Catanzaro e quella di Cosenza sono stati affiancati da mirate attività tecnico-informatiche da parte degli specialisti del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, coordinate dal Servizio per il Contrasto all’Estremismo e Terrorismo Esterno della DCPP/UCIGOS, nonché da intercettazioni telematiche che hanno permesso di concentrare le indagini nei confronti dell’indagato interessato dalla misura cautelare eseguita in data odierna.
In particolare le intercettazioni di natura telematica hanno fatto emergere come il predetto disponesse di numerosi account su piattaforme social (Telegram. Rocket Chat,Riot) attraverso i quali partecipava a gruppi chiusi di chiara connotazione jihadista per accedere ai quali bisognava essere accreditati e quindi ritenuti affidabili dagli amministratori dei canali.
Il grave quadro indiziario è stato confermato dalle risultanze delle intercettazioni ambientali e telefonichenonché dal contenuto del corposo materiale sequestrato nel corso delle indagini - dispositivi telefonici e informatici, oltre a numerose memorie USB, documenti e manoscritti.
L’analisi tecnico-informatica sui dispositivi sequestrati ha evidenziato la puntuale osservanza di regole tecniche di anonimizzazione e di archiviazione sicura del materiale informatico presenti sulle infografiche diffuse dagli organi di propaganda del Califfato.
In particolare sono stati rinvenuti manuali di istruzioni sulla realizzazione di ordigni, tutorial sulla conduzione dioperazioni terroristiche, documenti esplicativi sull’auto addestramento per il compimento di attentati, nonché video ed immagini cruente di esecuzioni dell’ISIS, riviste ufficiali delle agenzie mediatiche dell’ISIS, Al Qaeda e altri gruppi terroristici, oltre a documenti in lingua araba auto prodotti dall’indagato.
L’indagine ha evidenziato la elevata specializzazione della Polizia di Stato nelle particolari tecniche di indagine necessarie in un ambito investigativo complesso, e che hanno consentito di acquisire il compendio indiziario posto a fondamento della ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari.
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