Sila, il lago Cecita diventa navigabile

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Un evento sul lago Cecita
  03 ottobre 2025 17:08

Il lago Cecita, in Sila, diventa navigabile. Lo rende noto, con un comunicato, il consigliere regionale di FdI Pietro Molinaro. “Grazie all’impegno del consigliere regionale Pietro Molinaro, con il supporto del collaboratore Matteo Pucci, e con il decisivo apporto dei sindaci del triangolo dei comuni interessati (Celico, Spezzano della Sila e Longobucco) che hanno accolto e partecipato attivamente sin dalla prima ora alla realizzazione di questo essenziale obiettivo, il Lago Cecita - si legge in una nota -  diventa finalmente navigabile, aprendo la strada a nuove prospettive di sviluppo turistico e territoriale per l’intera Sila”.
“L’invaso – spiega Molinaro - è il principale lago della Calabria per dimensioni della superficie e capacità di portata, raggiungendo 108milioni di metri cubi d’acqua invasata. Nella seduta del 10 settembre scorso, la Commissione Tecnica regionale, che ringrazio per la fattiva collaborazione, assieme ad Enel Green– riunitasi al Dipartimento Turismo, Marketing Territoriale, Trasporto Pubblico Locale e Mobilità Sostenibile, ha concluso l’iter tecnico e approvato all’unanimità le prescrizioni che consentono l’esercizio della navigazione sul lago Cecita, ai sensi della L.R. 9/1985”. “Con questo provvedimento – è scritto ancora nella nota - la Regione Calabria riconosce al lago Cecita una nuova centralità nel turismo naturalistico e sostenibile, confermando il valore di una strategia che unisce tutela ambientale e sviluppo economico con nuovi flussi nuove opportunità e infrastrutture che uniscono e modernizzano”. Per il consigliere Molinaro “si tratta di una conquista importante, che valorizza il lago Cecita come risorsa turistica e ambientale. Abbiamo lavorato con determinazione per superare ostacoli tecnici, garantendo sicurezza e sostenibilità. È un passo avanti importante per l’intera Sila e per la Calabria. In Sila si concretizzano sempre più opportunità turistiche, di lavoro e di economia sostenibile che con le loro specificità possono contribuire a nuovi posti di lavoro, anche qualificati, per evitare lo spopolamento delle aree montane. Un buon esempio - conclude - di capitale naturale e capitale umano che si potenziano a vicenda”. 

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