“Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, vuole dare una degna sepoltura alle vittime del naufragio di Cutro, portando le salme nel costruendo Cimitero internazionale dei Migranti di Tarsia".
A questo proposito il Governatore ha, poche ore fa, contattato telefonicamente il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, promotore della grande opera umanitaria e il sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, che ha dato subito la disponibilità del Comune, mettendo a disposizione una parte della nuova area cimiteriale per l’accoglimento di tutte le salme.
"Anche il Ministero degli Interni condivide questa soluzione e, tramite la sottosegretaria Wanda Ferro, ha telefonato, nel primo pomeriggio, a Corbelli, per chiedere, a nome del Ministro, se c’è questa disponibilità che è stata naturalmente confermata. Sarebbe una soluzione temporanea e fatta in emergenza che, per decisione del Governatore, gestirebbe la Protezione Civile della Regione Calabria, allestendo a Tarsia, una mega struttura, adatta ad ospitare le bare”, è quanto si legge in una nota di Diritti Civili.
“Sembra che l’ostacolo sia, come ha comunicato il prefetto di Crotone al presidente Occhiuto, la volontà di alcuni familiari delle vittime che non vogliono portare i loro cari a Tarsia. Per questo motivo, afferma Corbelli, ho deciso di intervenire pubblicamente per rivolgere un appello ai familiari delle persone scomparse a Cutro, e dire loro che Tarsia non è …Bologna o un qualsiasi altro luogo. In questo piccolo centro del cosentino si sta realizzando, infatti, il Cimitero internazionale dei Migranti, la più grande opera umanitaria legata alla tragedia dell’immigrazione , che nasce proprio per dare dignità alla morte di questi migranti che muoiono tragicamente in mare. Per questo l’idea del presidente Occhiuto ci sembra la soluzione più giusta, dignitosa e umana. Portare tutte le salme, in emergenza, a Tarsia. Senza disperderle in tanti piccoli, sperduti cimiteri che di fatto ne cancellano così ogni ricordo e riferimento per i loro familiari dei lontani Paesi del mondo che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli, per portare un fiore e dire una preghiera. Per questo, per evitare che si ripeta, ancora una volta, questa disumanità, è importante trasportare tutte le salme a Tarsia. Seppellire, nel rigoroso rispetto delle diverse culture religiose, quelle non identificate e “parcheggiare”, nella mega struttura, quelle che hanno un nome, in attesa, completate tutte le pratiche burocratiche, di consegnarle ai familiari per il rimpatrio nei loro Paesi"
"Probabilmente chi tra i familiari delle vittime si è detto contrario a questa soluzione, magari arriva dall’estero e neppure sa dell’esistenza di questa grande opera di civiltà che stiamo costruendo a Tarsia proprio per i migranti che perdono la vita nei naufragi. Basta solo che anche soltanto uno di loro, di questi familiari, magari il portavoce dei parenti delle vittime, venga sufficientemente informato e venga a Tarsia a visitare il cantiere del Cimitero dei Migranti e sono convinto che questa operazione, pensata dal presidente Occhiuto e sostenuta anche dal Viminale, sarà condivisa e apprezzata da tutti”.
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