di GABRIELE RUBINO
“Ci mancava soltanto questa”, mormorano negli uffici del dipartimento regionale di Tutela della Salute. Nelle prossime ore esploderà la guerriglia per i tagli a tetti di spesa alla sanità privata. Domani i referenti delle associazioni di categoria dei laboratori (specialistica ambulatoriale) e dopodomani quelli delle case di cura (l’assistenza ospedaliera) saranno in Cittadella regionale per protestare contro le forbici utilizzate dai commissari governativi Saverio Cotticelli e Maria Crocco. Quasi sicuramente i decreti saranno impugnati. Ricomincerà così un nuovo braccio di ferro con gli erogatori che nell'ultimo anno era stato anestetizzato dalle promesse di stabilire nuovi criteri nell'assegnazione delle risorse.
Come anticipato da La Nuova Calabria (LEGGI QUI), la struttura commissariale ha deciso di fare un taglio lineare di circa l’1% per l’anno 2020 rispetto ai budget fissati per il 2019. Nel dettaglio l’assistenza ospedaliera passa da un’assegnazione di 188,4 milioni del 2019 (Dca 38) ad una di 186,5 per il 2020 (Dca 178). Ai circa 2 milioni di taglio vanno aggiunti altri 2,3 milioni per le funzioni non tariffate che sono “svaniti” rispetto al precedente Dca. La specialistica ambulatoriale invece passa dai 67,4 milioni di euro del 2019 (Dca 36) ai 66,8 scarsi del 2020 (Dca 179).
Al taglio, che gli operatori della sanità privata non si aspettavano, si somma pure qualche perplessità sul modello di proposta contrattuale che teoricamente le Asp dovrebbero far firmare agli erogatori entro il 21 gennaio. In particolare, non convince il frazionamento della spesa preventivata in mensilità. Una clausola che potrebbero essere oggetto di ricorso giudiziale.
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