di CLAUDIA FISCILETTI
È la presila catanzarese che fa da sfondo alle vicende narrate nel nuovo libro di Costantino Mustari, “Un’altra vita. Storie dai borghi della presila catanzarese”, presentato ieri nel Teatro verde del centro visite “A. Garcea” di località Monaco, a Villaggio Mancuso. Il libro, uscito da poco meno di un mese, contiene 12 racconti, di cui uno lungo e gli altri brevi, che abbracciano un arco di tempo che va dal secolo scorso fino ai giorni nostri -compreso il dramma del covid- offrendo uno spaccato della vita nei borghi, mescolando realtà e fantasia, leggenda e storia.
La presentazione, moderata dall’assessore alla Cultura del Comune di Taverna, Clementina Amelio, che ha ringraziato Mustari per il suo grande amore per la cultura, ha visto l’intervento del sindaco di Taverna, Sebastiano Tarantino: “Come amministrazione comunale siamo stati impegnati a realizzare una serie di interventi culturali, la più recente è stata la mostra visitabile nel nostro museo civico”, spiega il primo cittadino in riferimento all’esposizione “La commedia della vita. Genere e realtà nell’arte napoletana del Settecento” (LEGGI QUI).
Tra gli interventi quello del libraio Nunzio Belcaro, che ha lodato la scrittura di Mustari, “Sa scrivere e questa non è una cosa scontata”, sino poi ad elogiare lo stesso libro: “È un libro esportabile su scala universale, chiunque voglia conoscere la Calabria può comprenderla con un’opera del genere”. Elisa Chiriano, docente dell’Ic Mater Domini di Catanzaro, si concentra sul sapiente uso della parola messo in atto dall’autore: “È evidente il grande amore per la parola, che in Mustari assume un ruolo fortemente evocativo. Una parola che va dritta all’anima e che, quindi, vuole narrare andando ben oltre il libro, in profondità”.
La presentazione del libro è stata inserita in appendice della seconda edizione del Hyle Book Festival e, per l’occasione, era presente la curatrice artistica della rassegna culturale, Elena Dardano: “È un libro in cui la narrazione istruisce il lettore attraverso il racconto delle nostre origini, delle nostre storie. Un eclettismo narrativo tipico di Mustari che costruisce un ritratto autentico della nostra terra”.
È, infine, lo stesso autore che prende parola, spiegando come spera che la sua scrittura possa invogliare i giovani a scrivere: “Scrivere significa anche leggere, ed è importante, perché leggendo si alimenta la cultura e mi piacerebbe far nascere nei giovani l’amore per le proprie radici”. Mustari rivela, poi, che ha ancora la testa piena di racconti “che voglio scrivere al più presto”, e anticipa: “Sto scrivendo il seguito de ‘L’Ultimo brigante’ (il suo libro uscito l’anno scorso ndr) e sto pensando a cosa quest’uomo sia riuscito a fare in America”.
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