"Mentre ovunque ci s’interroga su come spendere i fondi messi a disposizione dal PNRR, di cui una grande fetta vanno al settore del turismo, maggiormente colpito dalla crisi legata alla pandemia, e i sindaci stanno dando un’accelerata alla macchina burocratica-amministrativa, per rispondere ai bandi e realizzare progetti per il proprio territorio di competenza, c’è chi invece preferisce guardare “le mucche pascolare”. Come quelle che, ormai da mesi, hanno invaso e preso possesso, loro sì, degli spazi adiacenti al complesso termale di Guardia Piemontese e Acquappesa. Un paradosso continuo, quello che viene fuori dalla querelle tra i comuni, la società privata che gestiva il bene e la Regione, che ormai ha raggiunto l’inverosimile e il grottesco. Peccato che più che una commedia, il tutto è diventata una tragedia, che sta lasciando morire uno dei più grandi patrimoni che l’intera Calabria possiede: le Terme Luigiane. Uniche nel suo genere, seconde per il maggior contenuto di zolfo in Europa, un patrimonio che dovrebbero essere protagonista dell’offerta sanitaria, salutistica e anche turistica della nostra regione, sono invece chiuse da ormai due anni e, se le cose continueranno così, anche per la prossima stagione estiva, a godere dei benefici delle acque termali e non solo continueranno ad essere le ‘mucche’". Lo afferma in una nota Franco Salerno, responsabile di Italia del Meridione.
"Nonostante il Tar Calabria, con sentenza 1949/21, ha accolto, ormai da mesi, il ricorso della SATECA avverso l’acquisizione coattiva dei beni e delle sorgenti e quindi il diritto della stessa alla prosecuzione dell’attività fino all’effettivo subentro del nuovo sub-concessionario, ad oggi continuiamo ad assistere al rimpallo delle decisioni, giocate a suon di atti giudiziari, proclami, passeggiate esplorative e indecorose partite sui social. Italia del Meridione, ha più volte nel corso degli anni sottolineato l’importanza e il valore delle Terme Luigiane, lo stesso Orlandino Greco, da consigliere regionale, si è fatto carico di interrogazioni e mozione in favore delle stesse e che preannunciavano, già allora, ciò che sarebbe stato il destino avverso, se non si fosse interventi in maniera chiara e definitiva. Passano gli anni, ma continuiamo ad assistere all’ennesima guerra di quartiere, che non ha né vinti né vincitori. Hanno, abbiamo, perso tutti! La società, a cui tra l’altro i comuni dovranno pagare le spese di questi anni di inattività e che si aggiungono a quelle legali, le due amministrazioni, quindi, che hanno preferito chiudere l’unica fonte reale di sostentamento dell’intero territorio, i lavoratori che hanno perso lavoro e diritti. Ma anche la Regione, che in passato non si è assunta in maniera determinante la responsabilità di districare la complicata matassa, la quale gira tutta intorno ad un Bando, a seguito della naturale scadenza nel 2015 della subconcessione, e che non ha mai avuto seguito. Oggi, tra l’altro trasformato dai due comuni in una manifestazione d’interesse così ridicola, a cui nessuna azienda ha risposto", continua Salerno.
Un quadro, dunque, desolante, di un luogo che potrebbe diventare un fiore all’occhiello del sistema turistico calabrese. Va da sé, che risolte le questioni legali e burocratiche, l’intero complesso ha bisogno di una governance più intelligente e di progetti integrati strategici che vanno nella direzione di una fruibilità maggiore del bene, tale da rendere l’area competitiva rispetto ad altre mete turistiche del Paese, alle quali nulla abbiamo da invidiare per bellezza dei paesaggi e varietà culturale ma che necessita di servizi di qualità.
"Come referente politico di IdM, chiedo al presidente Occhiuto, già intervenuto sulla questione, una più determinata presa di posizione, le interlocuzioni con le diverse parti non hanno avuto alcun esito, la situazione è identica da mesi, anche dopo la sentenza del Tribunale amministrativo, nessuno spiraglio positivo si intravede. Il tutto basato su incolmabili distanze che trovano ragion d’essere soltanto in prese di posizione incomprensibili e non compatibili con la gestione della cosa pubblica, soprattutto da parte di chi dovrebbe tutelare e garantire alla comunità il bene. L’urgenza è dettata non soltanto dalla crisi economica che stiamo vivendo ma anche in virtù proprio dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea, che potrebbero essere davvero utilizzati per trasformare le Terme Luigiane, in uno dei complessi termali più importanti del Paese. Fa specie, quindi, osservare sindaci che preferiscono perdere quest’occasione, sicuramente irripetibile, per semplici prese di posizione che l’unica cosa a cui hanno portato, è stata la chiusura e quindi la morte di un bene, legittimamente o no, di tutti", conclude Salerno.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736