Terzo Megalotto della SS 106, la Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela solleva dubbi sulle ricadute economiche

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Logo R.a.s.p.a. (Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela)
  20 maggio 2020 15:23

"Abbiamo aspettato un giorno prima di commentare quello che ieri è successo a Francavilla Marittima. Abbiamo aspettato perché di parole, proteste, suggerimenti, riflessioni e commenti sul 3° Megalotto, Raspa ne ha fatte tante. E probabilmente non ci sarebbe neanche più niente da dire". E' quanto si legge in una nota stampa di R.a.s.p.a. (Rete Autonoma Sibaritide e Pollino per l’Autotutela).

"Tutto (quasi) l’Alto Ionio, - prosegue la nota di R.a.s.p.a. - sicuramente tutti i sindaci che per anni hanno finto di voler tutelare il territorio, stanno festeggiando l’inaugurazione di un cantiere. Non di un’opera, di un cantiere. Questa è la logica strisciante e viscida a cui ci hanno abituati. L’opera arriverà chissà quando, se arriverà. Ma la vera conquista è l’inizio dei lavori. Perché tra l’inizio e la fine, non conta quello che ci passa in mezzo. E sotto. Nessuno conosce la visione territoriale di questi sindaci. Nessun sindaco spiega come possa sposarsi il cemento di quest’opera con le famigerate bandiere blu, che sventolano con orgoglio".

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"Continuano a parlare di indotto economico e posti di lavoro. Noi ora ci sediamo e aspettiamo tutto questo boom economico che ci travolgerà. Voi quando vi piegherete a raccogliere le briciole, - si legge ancora sulla nota - prendete anche i resti della devastazione e portateveli a casa. Vorremo tanto avere torto ed esserci sbagliati su tutto, dai posti di lavoro (che non ci saranno) alla devastazione ambientale (unica cosa certa)".

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"Gli affari saranno per pochi, per quelli che si stanno fregando le mani. Gli affari non riguardano mai la collettività. I danni irreversibili sul territorio invece saranno a carico di tutti. Ma queste cose a voi non interessano. Lo sappiamo. L’importante è che si faccia qualcosa. A qualsiasi costo. A qualsiasi condizione. Anche se - conclude la nota di R.a.s.p.a. - quel qualcosa costa un miliardo e quattrocento milioni di euro. Anche se quei soldi si sarebbero potuti spendere per altro. Magari per la dignità di una terra saccheggiata e spogliata di tutto. Ma, si sa, per alcuni la dignità si consuma su una strada".

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