Tirocinanti, i sindaci del Cosentino: "Un tentativo che non poteva non fallire"

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Foto d'archivio
  16 giugno 2025 18:31

"Rispetto al percorso di stabilizzazione dei TIS, come sindaci ribadiamo come sia stato sbagliato e scorretto immaginare, fin dall'inizio, che questa vertenza potesse essere affrontata semplicemente caricando ogni onere sulle Amministrazioni Comunali, in quanto al di là degli specchietti per le allodole, questo si è tentato di fare. Un tentativo che non poteva non fallire per un semplice dato, oggettivo: i Comuni non hanno la forza economica per sostenerla. A tal fine è opportuno specificare che anche i Comuni, i quali in oltre 200 hanno sottoscritto un documento chiaro che per altro richiedeva una banalissima proroga dei termini, hanno deciso di aderire alla manifestazione d’interesse sulla Piattaforma regionale come mero atto politico di responsabilità, precisando pubblicamente che tale adesione, senza il superamento delle insormontabili criticità già sottolineate, non potrà in nessun modo essere concretizzata.

Il medesimo messaggio che è stato trasmesso con chiarezza anche dalle decine di enti che hanno deciso, per le medesime ragioni, di non partecipare affatto alla piattaforma. Troviamo la mancata risposta alla richiesta di proroga avanzata dalla maggioranza dei sindaci della Calabria un gesto istituzionalmente deleterio, ma proprio per senso di responsabilità nei confronti di migliaia di famiglie, ribadiamo la necessità di portare avanti sulla problematica una condivisione di intenti e di strategia che fino ad oggi è mancata, attraverso l’apertura immediata di un tavolo tecnico ad hoc.

La manifestazione d’interesse, infatti, non è vincolante e la riteniamo, in tutto e per tutto, uno strumento fallito e fuorviante, che tenta di fare una ignobile quanto inesistente distinzione tra sindaci buoni e e cattivi e deve definitivamente lasciare spazio ad un confronto serio e concreto per dare un futuro lavorativo a tutti i 4mila tirocinanti calabresi.
Confronto che, per quanto riguarda i Comuni, è stato portato avanti con l’autoconvocazione quasi quotidiana in assemblea dei Sindaci, atteso il disinteresse e le posizioni ondivaghe e contraddittorie da parte di altri organismi pure importanti e deputati ad intervenire. 
 
Questo ennesimo bacino di precariato non è stato creato dai Comuni, i quali non possono essere tacciati in alcun modo di sfruttamento di alcun tipo e che, al contrario, negli anni passati hanno dato la loro disponibilità come soggetti ospitanti proprio per consentire a chi ha creato questo bacino, ovvero la Regione Calabria, di offrire una forma di sostegno sociale a tante famiglie. Una condotta che non risente di strumentalizzazioni politiche.
Tutto questo non può essere affrontato tentando un maldestro ed irrealizzabile colpo di mano a discapito degli stessi lavoratori precari e contro gli Enti Locali, creando discriminazioni, tensioni sociali e contenziosi. 
 
L'accordo siglato tra Regione Calabria e Sindacati in assenza dei soggetti principali, cioè i Comuni, che tenta si ribaltare le responsabilità su altre amministrazioni, deve essere quindi cestinato insieme alla piattaforma ormai famigeratamente chiusa: per gestire nel migliore dei modi la stabilità lavorativa di tutti i nostri 4mila tirocinanti, senza escludere nessuno, ora deve aprirsi un dialogo serio ed approfondito che raggiunga l'obiettivo della stabilizzazione rendendola sostenibile per i Comuni, soprattutto sensibilizzando i Governi a stanziare le risorse necessarie.
 
Altri tipi di percorsi possono catturare qualche titolo di giornale, come accaduto in tutti questi mesi, ma risultano irrealizzabili e finiranno per penalizzare proprio i lavoratori: tutte queste ragioni saranno oggetto di apposite iniziative istituzionali da tenere nei prossimi giorni".
 
Così, in una nota, l'Assemblea dei Sindaci della provincia di Cosenza.

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