Traffico internazionale di reperti archeologici: le opere provenivano dai siti di "Apollo Aleo" a Cirò Marina e "Castiglione" a Paludi

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images Traffico internazionale di reperti archeologici: le opere provenivano dai siti di "Apollo Aleo" a Cirò Marina  e "Castiglione" a Paludi
Carabinieri tutela patrimonio culturale
  18 novembre 2019 15:30

Provenivano dagli scavi clandestini attuati nei siti archeologici di "Apollo Aleo" a Cirò Marina (Crotone), "Castiglione" a Paludi (Cosenza) e in varie altre aree private e pubbliche delle due province i reperti che alimentavano il traffico internazionale smantellato dai carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale che hanno arrestato 23 persone, di cui due in carcere: Giorgio Salvatore Pucci, di 59 anni di Cirò Marina, e Alessandro Giovinazzi (40) anni di Scandale e 21 ai domiciliari) (LEGGI QUI).

Sono stati eseguiti 80 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti soggetti, indagati in stato di libertà.  Oltre 350 i militari impegnati in sinergia con vari Comandi provinciali dell'Arma ed il supporto dell'8° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Vibo Valentia, dello Squadrone Eliportato "Cacciatori di Calabria" e del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia.  Contemporaneamente, in ambito europeo, con il coordinamento di Europol ed Eurojust, sono state eseguite, perquisizioni nelle residenze di quattro indagati in Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia.

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  Nel corso dell'attività sono stati identificati i componenti di un sodalizio criminoso in grado di gestire tutte le fasi del traffico illecito di reperti archeologici. L'organizzazione, attraverso un gruppo di tombaroli è riuscita ad approvvigionarsi di materiale archeologico destinato al mercato clandestino, per la loro successiva commercializzazione sia in territorio italiano sia in quello all'estero, assicurata da una fitta ecomplessa rete di ricettatori che secondo il Gip costituisce la "Criminalità archeologica crotonese" e capace di alimentare ilreddito di interi gruppi familiari.

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I carabinieri hanno anche registrato, con l'ausilio  di un drone, alcune immagini che riprendono i tombaroli mentre erano all'opera. 

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"Crotone deve rendersi conto che è al centro di interessi internazionali e custodisce un tesoro, spesso i crotonesi se lo dimenticano, che accende gli appetiti illegali di mezzo mondo: per questo servono segnalazioni da parte di tutti che denuncino chi impoverisce questo territorio".

Lo ha detto il Procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia nel corso della conferenza stampa per illustrare gli esiti
dell'operazione "Achei" che ha smantellato una rete di trafficanti di beni archeologici. Il Procuratore ha poi sottolineato "l'efficacissima
collaborazione in ambito europeo, per questa attività che apre scenari mai abbastanza indagati, di Europol ed Eurojust che hanno permesso perquisizioni in quattro stati Europei".

"Qui la ricchezza - ha sottolineato il tenente colonnello Valerio Marra, comandante Gruppo carabinieri Tpc di Roma - sta sotto il terreno. Ricchezza che qualcuno ha cercato di violentare e di cancellare per sempre per farne un mercato illecito. Partiamo da questa premessa per capire la dinamica criminale di un'organizzazione strutturata e organizzata".  Alla conferenza ha partecipato, in collegamento dalla sede di Eurojust de L'Aia, il magistrato Teresa Magno, mentre a Crotone era presente Miguele Villanueva, di Europol.

"Questa di Crotone - ha detto Villanueva - è la più grande operazione di supporto investigativo in corso in Europa in materia di contrasto al traffico di beni culturali. Attività importante per la qualità dell'indagine, oltre che per il numero di persone arrestate".

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