di STEFANIA PAPALEO
L'imprenditore Pietro Antonio Mazza potrà tornare una volta per tutte in possesso dei suoi beni. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Procura Europea contro il provvedimento con cui il Tribunale del Riesame di Catanzaro (LEGGI QUI), a giugno del 2023, aveva annullato il sequestro di beni mobili e immobili, per un valore di circa 200.000,00 euro, eseguito a carico dell'imprenditore nell'ambito dell'inchiesta Easy Land promossa dalla Procura Europea, sede di Palermo, per una presunta serie di truffe e falsi ipotizzati al fine di ottenere indebitamente dalla Unione Europea aiuti alla attività agricola negli anni dal 2020 al 2022.
Sulla tesi della Procura, infatti, ha avuto la meglio quella portata avanti dagli avvocati difensori Danilo Iannello e Carlo Petitto, che, fin all'inizio della vicenda, si stanno battendo per demolire l'impianto accusatorio che vede indagate altre sei persone: Giuseppe Cerminara, Francesco Borelli, Giuseppe Grimaldi, Giuseppe Pisano, Pietro Filippis e Rosario Zangari.
A porre i sigilli sui beni degli indagati era stata la Guardia di Finanza, su ordine del Gip di Catanzaro, lo scorso 4 maggio, con l'accusa per Mazza di aver "confezionato dichiarazioni mendaci circa la propria condizione di incensurato e di regolarità contributiva in tema di tasse ed imposte, falsamente dichiarando, inoltre, di essere in possesso di titoli sanitari idonei circa la condizione sanitaria dei propri allevamenti". Accusa che dovrà essere ancora verificata nel prosieguo delle indagini anche se, secondo gli avvocati Iannello e Petitto, "il definitivo pronunciamento del Supremo Consesso ribadisce la assoluta legittimità del contegno assunto dal dottor Pietro Antonio Mazza in siffatta vicenda".
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