Turismo, Metallo (Unindustria): "Calabria non decolla. Legislazione regionale ormai obsoleta"

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images Turismo, Metallo (Unindustria): "Calabria non decolla. Legislazione regionale ormai obsoleta"
Demetrio Metallo
  24 settembre 2019 11:24

 "La stagione turistica che volge al termine conferma che la Calabria, in termini di presenze e ricavi, non riesce ad avere quel decollo definitivo e stabile, auspicato dagli operatori del settore e dall'indotto. Quando si arriva a fine stagione, si apre sempre un dibattito contrapposto tra il sistema imprenditoriale e quello pubblico. Occorre fare una distinzione netta tra presenze turistiche e ricavi da
fatturato". Lo sostiene, in una dichiarazione, Demetrio Metallo, presidente della Sezione Turismo di Unindustria Calabria, secondo il quale "i primi dati sulle presenze turistiche del 2019 in Calabria, ancora non ufficiali, parlano di un territorio a più velocità".
"Ci sono comprensori - aggiunge - in cui si registra un incremento di presenze rispetto al 2018, zone che mantengono gli stessi standard ed altre che invece hanno avuto un calo. Bisogna fare molta attenzione perché il dato delle presenze deve necessariamente essere confrontato con il fatturato e con i ricavi economici. Il sistema dell'offerta turistica, nel suo complesso, non è sempre in grado di soddisfare una domanda che è diventata sempre più attenta ai servizi erogati ed al rapporto prezzo-qualità".
Secondo Metallo, "la concorrenza globale è sempre più forte e spesso è rappresentata da Paesi del bacino del Mediterraneo
molto vicini alla Calabria. Questi territori hanno un'offerta più aggressiva della nostra, dovuta soprattutto al fatto che la pressione fiscale cui sono sottoposte le loro imprese è nettamente inferiore rispetto alla nostra, che ha pochi eguali. Per combattere questa tendenza negativa, la Calabria ha la necessità di attrezzarsi con infrastrutture pubbliche che diano la possibilità di rendere appetibile l'offerta. I collegamenti interni stradali e ferroviari sono fermi al palo, l'erogazione dei servizi essenziali come la depurazione e la raccolta dei
rifiuti sono a singhiozzo, l'erosione delle coste, in alcuni punti, ha fatto sparire le spiagge più belle. Bisogna mettere le mani, con decisione ed urgenza, alla legislazione regionale del settore, ormai obsoleta e non più rispondente alle necessità di un mercato che è cambiato. Combattere l'abusivismo deve essere la priorità del sistema politico. Occorre regolamentare le professioni turistiche; valorizzare i giovani che escono dalle nostre università, aiutandoli a non abbandonare questa terra; definire in maniera chiara l'attività dei b&b e quella degli
intermediari di viaggio".
"L'analisi del presidente Metallo, condivisa con i colleghi Caterina Froio (vicepresidente), Giovanni Imparato (past presidente) ed i consiglieri Mario Catanzaro, Giovanni Comito, Antonio Massimo Falbo, Cristina Gazzaruso, Giovanni Giordano, Concetta Greco, Stefani Pizzi e Alessandro Sirimarco - è detto in un comunicato - si spinge oltre". "Occorre ripensare - sostiene - alla gestione dei fondi europei destinati al settore perché non si può pensare che la Calabria sia tutta 'a vocazione turistica'. La domanda, in questo momento, è nettamente inferiore al numero dei posti letto esistenti. La media dell'occupazione annuale non supera il 50%. Forse non serve incentivare la costruzione di nuovi alberghi, ma spendere decisamente nell'adeguamento delle infrastrutture esistenti e nella costruzione di nuovi collegamenti capaci di raggiungere tutta la regione in maniera adeguata".
"Altro elemento molto importante per il settore - afferma ancora Metallo - è l'immagine che spesso viene data della Calabria nella produzione televisiva e cinematografica. L'offerta turistica calabrese, non è rappresentata solo dal turismo balneare. Abbiamo luoghi di cultura, siti archeologici, una montagna con infrastrutture che hanno bisogno di essere ammodernate e rilanciate, turismo religioso, turismo termale. Tutti questi argomenti saranno posti da Unindustria Calabria all'attenzione delle istituzioni regionali perché il settore turistico, con il suo indotto, non può attendere oltre". 

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