di PAOLO CRISTOFARO e CLAUDIA FISCILETTI
La risposta è stata quasi sempre un "no" secco, alla nostra domanda "test sì o test no?". Quasi tutti i candidati presenti questa mattina presso l'Ateneo catanzarese si sono detti contrari a questo sistema di selezione discriminante e poco utile per individuare chi merita. Tensione, ansia ma anche speranza e tanta voglia di farcela sono i sentimenti che questa mattina animavano i numerosi studenti, circa 1.700, che hanno partecipato alle prove di accesso di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria dell'Università Magna Graecia di Catanzaro. La prova è iniziata alle 11 ed è durata 100 minuti, come in tutta Italia. E come in quasi tutti gli atenei italiani, anche a Catanzaro si è sollevato un coro anti-test d'ingresso. "La fortuna non può essere il criterio per selezionare i dottori del futuro".
Provenienti da ogni parte della Calabria, ma anche da fuori regione, gli aspiranti hanno fatto i conti con un test d'ingresso leggermente diverso da quello proposto negli anni scorsi e, secondo alcuni, anche più difficile. L'aggiunta delle domande di cultura generale, infatti, ha suscitato non poche polemiche tra alcuni dei candidati, che reputano quesiti del genere poco inerenti al percorso di studi che dovranno affrontare. Numerose anche le perplessità riguardo al mantenimento dei test a numero chiuso, in quanto il modo in cui è impostato non dà spazio alla meritocrazia.
A Catanzaro i posti disponibili sono 210 a cui si aggiungono 21 posti per gli studenti non comunitari non residenti in Italia. Numerose le precauzioni prese per lo svolgimento corretto del test, con il divieto assoluto per i candidati di interagire tra loro durante la prova e di utilizzare nelle aule telefoni cellulari, tablet, auricolari, supporti elettronici, manuali, testi scolastici e in genere ogni tipo di materiale da consultazione.
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