Il coordinatore cittadino del Movimento per l'Equità Territoriale di Cosenza, Paolo Mandoliti per presentare alla stampa e ai cittadini lo studio sulla ripartizione delle risorse del Recovery Fund, del quale è l'autore
07 ottobre 2020 12:00Ieri a Roma il Movimento per l'Equità Territoriale ha presentato alla stampa e ai cittadini lo studio sulla ripartizione delle risorse del Recovery Fund. Oltre ad una giusta delegazione calabrese presente (Reggio Calabria, Cosenza, Lamezia, Vibo, Crotone, Catanzaro - le folle, di questi tempi, è meglio evitarle) è stato presente il coordinatore cittadino di Cosenza, Paolo Mandoliti, economista, che è anche l'autore dello studio.
Nel presentarlo alla stampa, Paolo Mandoliti, ha sottolineato "come la cifra di 145 miliardi di euro che tocca al Mezzogiorno (il 70% delle risorse complessive assegnate all'Italia) viene fuori dall'applicazione degli stessi criteri che la Commissione Europea ha adottato nella ripartizione tra gli Stati membri delle risorse del Recovery Fund (popolazione, inverso del Pil pro-capite, tasso medio di disoccupazione negli ultimi 5 anni)".
"Purtroppo, - ha aggiunto Mandoliti nel suo intervento, - è soltanto in virtù delle pessime condizioni economico-sociali del Mezzogiorno che l'Italia ha ricevuto quasi il 30% delle risorse complessive del Next Generation EU (209 miliardi sui 750 complessivi) e quindi è giusto ed equo che la maggiorparte delle risorse venga destinata a progetti di investimento reali nel Mezzogiorno, ed in particolare, per ciò che riguarda la nostra Regione, l'alta velocità REALE (uguale a quella esistente tra Torino e Roma per fare un esempio) fino a Reggio Calabria, la dorsale jonica ferroviaria, il completamento della 106, la svolta ecologica sfruttando le eccellenze delle Università calabresi (per esempio sull'idrogeno l'Unical è all'avanguardia), la dotazione infrastrutturale digitale (la fibra ottica) finanche nello sperduto paesino sull'Aspromonte, potenziamento del sistema portuale calabrese come HUB principale per la "via della seta", completamento dei vari "ultimi migli" che permetterebbero, per esempio, all'aeroporto di Lamezia Terme di collegarsi alla rete ferroviaria (così come per il porto di Gioia Tauro)".
"Scelte necessarie per promuovere una fase di sviluppo che possa portare nel medio termine a colmare il gap infrastrutturale col resto del Paese, perchè, - conclude - è utile ricordarlo, tra quelle del Mezzogiorno, la Calabria, in termini di disoccupazione e di reddito pro-capite (i criteri adottati dalla Commissione Europea per la ripartizione delle risorse) è quella messa peggio su questi indicatori".
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