"Una agenzia unica per la sanità". La richiesta del Pci Calabria

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Pci Calabria
  12 settembre 2019 16:44

Il coordinamento regionale del Partito Comunista Calabria comunica "il proprio sostegno ai precari OSS esternalizzati Coopservice - Multiservice dell'Azienda Ospedaliera di Cosenza e agli infermieri dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, che lottano contro il
licenziamento notificato nei giorni scorsi nei loro confronti".

"Le mobilitazioni - è scritto in una nota - sono l'ennesimo risultato di politiche di definanziamento della sanità pubblica e dell'aziendalismo sanitario che, da più di due decenni, stanno smantellando quello che era un sistema sanitario d'avanguardia. Secondo la Direzione Generale di Catanzaro, in particolare, il licenziamento è dovuto alla carenza di risorse necessarie per coprire il rinnovo dei contratti nonostante, come tutte le Asp calabresi, soffra di cronica carenza di personale. Il Partito Comunista, nell'esprimere la propria vicinanza ai lavoratori,
coglie l'occasione per denunciare le radici politiche di questo disastroso e masochistico stato di cose: l'austerità fiscale
introdotta dai vincoli europei nel 1992 e la delega alle regioni della gestione di un servizio che dovrebbe essere
universalistico. In particolare, le carenze attuali del sistema sanitario calabrese sono legate ad una gestione corrotta e
clientelare del comparto, e ad un'assenza di un finanziamento statale adeguato alle reali esigenze del territorio. In ultimo
hanno inciso, negativamente, i tagli dovuti all'entrata in vigore del federalismo fiscale, che ha massacrato tutte le
regioni del Mezzogiorno, e le sanzioni per chi non applica stringenti piani di rientro dal debito, che impediscono il turn
over del personale e gli investimenti sulle strutture".

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"Il Partito Comunista - conclude la nota - non può fare a meno di richiamare quelle che sarebbero le vere soluzioni ai disagi occupazionali e sanitari che da anni si vivono in Calabria. Bisogna organizzare la sanità in una agenzia unica che sia in grado di distribuire i fondi nei vari distretti, tenendo conto della reale esigenza dei territori e, inoltre, internalizzando tutti servizi ricavando cospicui liquidi che,
attualmente, si perdono costituendo enormi guadagni per la borghesia che gestisce la sanità privata".

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