di GIORGIA RIZZO
Biblioteche aperte anche di sera per permettere agli studenti di studiare nel campus anche dopo l'orario di chiusura delle 20.
È la proposta dell'associazione "Rinnovamento è Futuro", presentata, ancora informalmente, nella seduta dello scorso Senato Accademico dai rappresentanti Mario Russo e Vincenzo Fallico.
Un'iniziativa che ha subito suscitato la risposta della compagine della Lista #Noi, che accusa Ref di far gravare il peso di questa lodevole iniziativa su parte della componente studentesca costringendo gli studenti che si sono offerti per il lavoro part-time a lavorare oltre l'orario stabilito.
"Condividiamo questa proposta avendola sposata ed inserita nel nostro programma elettorale alle scorse elezioni studentesche, ma siamo totalmente in disaccordo sulla previsione di far lavorare gli studenti part-time nelle ore notturne - si legge in una nota pubblicata sui social dalla Lista Noi - Chi vorrebbe lavorare in piena notte dopo un giorno di corsi e/o studio? Chi vorrebbe lavorare fino a tardi per poi dover tornare a casa a piedi non essendoci mezzi pubblici negli orari notturni? Chi vorrebbe lavorare 2-3 ore a notte e poi rientrare a casa a piedi alle 5 o 6 del mattino? Tutto ciò ci lascia basiti - conclude - Prima di tutto si dovrebbe pensare al benessere ed alla sicurezza degli studenti e non pretendere che un servizio che, ripetiamo, riteniamo interessante e necessario, gravi sulle nostre spalle anziché chiedere che l’università provveda personalmente alla sostenibilità di esso".
Scatenata la polemica, Mario Russo (Ref) ha a sua volta risposto a tono alle "accuse", specificando che l'idea è, invece, quella di permettere l'accesso alle sale studio delle biblioteche tramite una tecnologia di accesso e controllo con il supporto del servizio di vigilanza già presente nel campus in orario serale.
Oltre al battibecco fra associazioni resta però un fatto importante: la difficoltà di vivere il campus anche di sera, dato l'isolamento dell'università, la scarsa illuminazione sulle vie che portano ai vari quartieri intorno all'Ateneo, come anche le poche corse serali che collegano l'Unical all'area urbana, che rendono il campus un posto spettrale, poco sicuro da attraversare.
I pochi temerari che la sera rimangono a studiare, anche oltre l'informale orario di coprifuoco, si organizzano autonomamente avendo a disposizione alcune aule che rimangono aperte anche di sera o in quelle autogestite dagli stessi studenti.
Tuttavia il problema si mostra più ampio e necessita di una soluzione più strutturale, a meno che non si voglia accettare in modo definitivo il fallimento di un progetto di campus che nasce con la volontà di essere un luogo di socialità e scambio fra giovani. Un'idea che la governance universitaria sembra aver abbandonato da tempo.
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