di GIORGIA RIZZO
"Meno Toni Negri, più Toni Iwobi". Recita così la scritta apparsa sui muri del Campus di Arcavacata, che stamattina ha suscitato lo sdegno di docenti e studenti del Dipartimento di Matematica e Statistica dell'Unical, che, armandosi di vernice e pennelli, hanno deciso di cancellarla.
"Non voglio neanche leggere cosa hanno scritto, il loro gesto è semplicemente brutto. Mi auguro che le telecamere abbiano inquadrato gli imbrattatori, e che si possano avviare azioni per stroncare il malcostume" ha dichiarato Il Direttore del DIMACS Gianluigi Greco in un post su Facebook pubblicato da parte del dipartimento e dalla pagina ufficiale dell'Università della Calabria.
La scritta fa riferimento a due personaggi pubblici: Antonio Negri, filosofo, accademico, politico nonché uno dei maggiori teorici della sinistra extraparlamentare, leader di Potere Operaio e Autonomia Operaia, e Toni Iwobi, senatore della Lega.
Su Facebook, intanto, si susseguono mi piace e commenti. Qualcuno sottolinea la matrice razzista della scritta, forse fraintendendo il "Meno Negri", mentre è evidente la natura ironica e provocatoria del gesto. Qualcun'altro sottolinea l'aspetto indecoroso della presenza di graffiti in tutta l'Università.
Il Campus presenta infatti da sempre sui propri muri scritte visibili, già a partire dall'ingresso del ponte coperto "P. Bucci", che comunicano contenuti di valore sociale: disegni e slogan contro la guerra, bandiere antifasciste, simboli politici, ma anche semplici disegni e graffiti, che esprimono identità e creatività della comunità studentesca.
Spuntate nell'ultimo periodo anche svastiche e croci celtiche che hanno coperto scritte di segno opposto, come il "Dux Vive" nella zona centrale dell'Università al posto di "Dax vive", omaggio a Davide Cesare, giovane antifascista ucciso a Brescia da parte di alcuni appartenenti a gruppi di estrema destra.
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